Non si placano le polemiche sugli atenei in Italia. E mentre l’Università per stranieri di Siena, con decreto del rettore Tomaso Montanari, decide che non si farà lezione il 10 aprile “in segno di condivisione per la grande festa islamica della rottura del digiuno del Ramadan”, l’associazione degli Amici della Normale esprime “sconcerto” per la mozione approvata il 26 marzo dal Senato accademico della Scuola pisana con cui si chiede al Maeci “di riconsiderare” il bando emesso il 21 novembre 2023 in attuazione dell’accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele”. Se a Pioltello, alle porte di Milano, l’istituto comprensivo statale Iqbal Masih ha deciso di lasciare a casa i ragazzi per la festa di fine Ramadan tenuto conto che la ricorrenza viene celebrata da una parte consistente degli alunni, a Siena tra i motivi, così nel decreto che Montanari porterà “a ratifica del Senato accademico”, c’è quello di dare un “visibile segno di solidarietà con la popolazione palestinese di Gaza, in grandissima parte musulmana, sottoposta a un incessante, inaudito, massacro”.
La decisione, spiega poi all’ANSA il rettore, si accompagna all'”intenzione di sospendere” la didattica anche “venerdì 11 ottobre, Kippur, a un anno dalla strage del 7 ottobre. La nostra missione statutaria è costruire il multiculturalismo, e contribuire alla pacifica convivenza tra i popoli: ci sembra una missione oggi particolarmente urgente”. Nel suo decreto Montanari richiama anche lo statuto dell’Ateneo e spiega che “uno degli obiettivi del mandato rettorale è la costruzione di relazioni” oltre i canali diplomatici”, le “logiche di appartenenza” e “le strategie colonialistiche o promozionali per costruire una cittadinanza mondiale”. “Il messaggio deve essere forte e chiaro – scrive poi in una lettera alla comunità accademica -: il nostro contributo alla ridefinizione di una ‘identità’ occidentale è anche quello di affermare chiaramente che la cultura islamica non è nemica, non è una minaccia”. “È vero – aggiunge -: riconoscere una festa religiosa è forse un atto imperfetto, parziale. Ma rientra nel codice convenzionale per cui l’università italiana sospende le lezioni per l’Immacolata Concezione di Maria o per l’Epifania del Signore. Ecco: vogliamo aprire un varco in questo codice confessionale, chiuso e autoreferenziale. Nel prossimo futuro, come comunità accademica dovremo trovare altri segni visibili di pluralità e inclusione. In questo tremendo 2024, tuttavia, è doveroso e urgente dare un segnale di amicizia, solidarietà, condivisione a una comunità terribilmente colpita”.
Quanto alla Normale, l’associazione Amici Normale rende noto di “aver discusso al suo interno la mozione” del 26 marzo e i “numerosi membri dell’associazione intervenuti hanno tutti espresso il loro sconcerto e molti la loro contrarietà alla richiesta di riconsiderazione del bando ritenendo che istituzioni universitarie come la Normale debbano piuttosto, nel rispetto delle opinioni dei singoli, preoccuparsi di valorizzare sempre la scienza, la cultura e l’arte come elementi di dialogo e di raccordo universale. L’Associazione ha chiesto al direttore della Scuola di rendere note al Senato accademico queste considerazioni”.
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