L’ipotesi di una candidatura di Ilaria Salis nelle liste del Partito Democratico per le prossime elezioni europee torna ad agitare i dem. A riaccendere i fuochi è l’incontro tra la segretaria Elly Schlein e il padre di Salis, avvenuto in mattinata al Nazareno. Per fonti del Pd, si tratta di un faccia a faccia per parlare della “situazione incresciosa in cui si trova Ilaria”. Indiscrezioni che rimbalzano nel partito insistono invece su una trattativa in corso per portare Salis al Parlamento europeo nelle liste del Pd. Ipotesi però smentita dalla stessa segretaria.
“Non è in campo”, dice a ‘Porta a Porta’. Ho letto elucubrazioni su trattative, non c’è in corso nessuna trattativa”. La posizione sembra netta, anche se i dubbi rimangono, dentro e fuori il partito. E Schelin ribadisce: “nel dibattito sul totonomi terrei fuori una situazione delicata come questa”. Frase in cui alcuni leggono un modo per rassicurare pubblicamente lo stesso padre di Salis, che nelle ultime ore ha espresso qualche timore sulla conseguenze di una possibile candidatura della figlia. Tra i corridoi di Montecitorio, la smentita di Schlein non sembra placare il tam tam generato dall’ipotesi di una candidatura dell’attivista. Secondo alcuni esponenti Dem, si starebbe lavorando proprio sulle “accortezze” da tenere di fronte a una possibilità di tale portata. Un esponente di spicco fa riferimento al tentativo che si starebbe facendo per “trovare un posto in lista che garantisca un’elezione sicura a Salis, perché con il sistema delle preferenze e con nomi forti di partito non è semplice, e il Pd ci rimetterebbe la faccia”.
Da qui le voci che danno come probabile un’inserimento in lista nella circoscrizione Isole o addirittura in quella dell’Italia centrale. Alle voci, Schlein risponde con fermezza: “ho voluto incontrare il padre di Salis per discutere su come possiamo aiutare a togliere Ilaria dalla situazione inaccettabile in cui si trova”. Ed è proprio questa la ratio di una sua possibile candidatura, che qualcuno sottolinea in Transatlantico: “sottrarla alla detenzione ungherese”. Sulla questione, però, non tutti sono d’accordo.
Per l’avvocato dell’insegnante detenuta “ci vorrebbe comunque un provvedimento ungherese” per “determinare l’immunità sul territorio europeo”. Fonti che hanno familiarità con la gestione dell’immunità degli eurodeputati, fanno notare che il beneficio dell’immunità non implica di per sé la fine di un’eventuale detenzione. Intanto, il pensiero di molti va agli “illustri” detenuti che nella storia della Repubblica italiana sono stati candidati nel tentativo di sottrarli alla detenzione.
Si ricordano almeno il filosofo Toni Negri e il televisivo Enzo Tortora, entrambi in corsa per il Partito Radicale. Affinché vengano definitivamente sciolti i nodi su Salis, si dovrà attendere. Nel Pd, l’ipotesi ha comunque generato qualche mal di pancia. E la sua non è l’unica candidatura a tenere sulle spine il partito. Per risolvere il rebus delle liste, tutti attendono che la segretaria sciolga la riserva. Lei assicura: “la mia valutazione la farò una volta completata la squadra”. Per completare la squadra, tra gli altri, è il nome del presidente Stefano Bonaccini a tenere tutti col fiato sospeso. Lui continua il confronto sul territorio, prima dell’annuncio anche se in molti danno per scontato che venga candidato come capolista nel nord Est. Circoscrizione dove sarebbe in corsa Alessandro Zan e dove circola anche il nome di Antonio Misiani.
Nel nord Ovest si andrebbe verso il nome da capolista di Cecilia Strada. Mentre al centro si registra un affollamento: il nome di Tarquinio resta sul piatto, insieme a quello dei sindaci Ricci, Nardella e dell’ex segretario Zingaretti. Schlein assicura equilibrio: “valorizzeremo civici, competenze del Pd ed esperienza a Bruxelles”. intanto, nel centrosinistra la partita in vista delle Europee si fa sempre più accesa.E Avs annuncerà ufficialmente la candidatura dell’ex sindaco di Roma Ignazio Marino.
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