Spari in un locale a Molfetta: uccisa una ragazza di 19 anni. Fermato il ragazzo che ha sparato, ha confessato – Notizie – Ansa.it

Spari in un locale a Molfetta: uccisa una ragazza di 19 anni. Fermato il ragazzo che ha sparato, ha confessato – Notizie – Ansa.it


I carabinieri hanno fermato un uomo, considerato il presunto killer che ha sparato in un locale di Molfetta (Bari) uccidendo una ragazza di 19 anni, Antonia Lopez. La sparatoria è avvenuta durante una lite nel lido Bahia beach. Secondo gli investigatori, il fermato, che ha 21 anni, “avrebbe agito al culmine di un litigio dovuto a futili motivi”. Avrebbe esploso “almeno sei colpi di arma da fuoco”, uno dei quali ha colpito alla spalla la Lopez, recidendole l’aorta e uccidendola in pochi minuti per shock emorragico. Ha confessato di avere sparato e di avere buttato l’arma in mare.  

Tre i feriti: uno è stato colpito da un proiettile al polpaccio destro ed è ricoverato al Policlinico di Bari; gli altri due, feriti lievemente, probabilmente saranno dimessi in giornata. Uno è il ventenne Eugenio Palermiti, aspirante boss appartenente all’omonima famiglia mafiosa di Japigia e amico della vittima. Proprio lui, secondo le prime ipotesi investigative, era il vero bersaglio dei killer. Le indagini sono coordinate dalla Dda di Bari, proprio per il presunto coinvolgimento di esponenti di un clan mafioso.

Il fermato è Michele Lavopa, già noto alle forze dell’ordine. E’ stato raggiunto dai carabinieri nella sua casa del quartiere San Paolo e interrogato. Gli spari sarebbero avvenuti dopo un litigio. Le indagini hanno permesso ai carabinieri di accertare che “il tutto è accaduto al termine di una discussione degenerata tra il gruppo capeggiato dal rampollo dei Palermiti, con un altro gruppo di giovani”.

I militari sono riusciti a individuare Lavopa grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza del ‘Bahia’ di Molfetta, nonostante le “dichiarazioni di circostanza e palesemente omertose” rilasciate dai ragazzi feriti dopo i fatti. Il giovane ha detto ai carabinieri di essersi recato in discoteca con la fidanzata e alcuni amici “senza alcuna intenzione belligerante”, ma di aver portato con sé una pistola “per difendersi da eventuali aggressioni, come spesso accade nei locali notturni baresi”.

Nel corso della serata ci sarebbe poi stata una lite con il gruppo di Palermiti (con tanto di offese e minacce) e, secondo Lavopa, il rampollo del clan avrebbe a un certo punto estratto una pistola, “scatenando la sua reazione di fuoco”. Dopo gli spari, Lavopa sarebbe fuggito a piedi dal locale e sarebbe tornato a casa in macchina con due amici. Lavopa è ora in carcere a Bari. 

Antonia Lopez era la nipote di Ivan Lopez, morto in un agguato compiuto sul lungomare IX maggio di Bari, nel rione San Girolamo, il 29 settembre 2021. Il delitto fu compiuto – secondo l’accusa – da uomini che agirono per conto del clan mafioso Capriati di Bari vecchia e del clan Parisi-Palermiti del quartiere Japigia, in lotta con gli Strisciuglio che avevano il predominio al San Paolo e San Girolamo.

Per l’omicidio di Ivan Lopez sono a giudizio Davide Lepore e Giovanni Didonna, di 30 e 28 anni. I due rispondono di omicidio pluriaggravato in concorso, con l’aggravante del metodo mafioso. Il 31enne Ivan Lopez fu ucciso con almeno sei colpi di pistola mentre tornava a casa su un monopattino elettrico. Lepore, secondo i pm, sarebbe stato l’esecutore materiale dell’omicidio, mentre Didonna avrebbe aiutato a commettere il delitto rubando – circa venti giorni prima, a Polignano a Mare – un’Alfa Romeo Giulietta e una Fiat 500 L, poi effettivamente usata per raggiungere la vittima nei pressi della sua abitazione.

Lopez, secondo gli inquirenti, sarebbe stato ucciso per ritorsione perché, insieme con suo fratello Francesco (ora collaboratore di giustizia), avrebbe compiuto delle estorsioni nei confronti di Lepore, titolare di alcune autorimesse di Bari e vicino al clan Capriati della città vecchia (e, in precedenza, al clan Parisi-Palermiti). I fratelli Lopez, invece, erano esponenti del clan Strisciuglio. L’omicidio, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, maturò in un contesto di “fibrillazioni e delle contrapposte azioni di fuoco, incominciate nell’estate 2021, fra il clan Strisciuglio” e il clan Parisi-Palermiti di Japigia.

Video Spari in un locale nel Barese, uccisa una ragazza

 

 “È stato un attimo. Erano le 2:45, verso la fine della serata, quando questi ragazzi sono arrivati nel mio locale, è accaduta la tragedia. Mai nulla del genere è mai successo nel mio locale”. Lo dichiara all’ANSA, Nicola Spadavecchia, titolare del lido Bahia beach. “Io non ero in pista, ero nel mio ufficio – continua l’imprenditore – questo gruppo è entrato e in pochissimo si è scatenato l’inferno. La sicurezza è intervenuta ma era tardi per la ragazza”.

 “Quanto è accaduto, questa notte a Molfetta, all’esterno del Lido Baiha, con una maxi rissa sfociata in una sparatoria, ci rattrista e ci preoccupa. Non si può morire a 20 anni e non si può morire così al di là delle motivazioni che sono a monte della vicenda. Tutte ingiustificabili. Tutte deprecabili”, scrive il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini.

“Siamo vicini al dolore che ha colpito gli affetti della giovane. Confido – dice – nella prontezza e nella capacità investigativa degli inquirenti per la ricostruzione della dinamica degli avvenimenti e l’individuazione dei responsabili. Soprattutto abbiamo necessità di sapere perché proprio qui”. 

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