Otto razzi da 107 millimetri hanno colpito il quartiere generale del contingente italiano e del settore Ovest di Unifil a Shama, nel sud del Libano. I razzi hanno impattato su alcune aree all’aperto e sul magazzino ricambi della base dove non era presente alcun soldato. Non si registrano feriti.
Cinque militari italiani sono sotto osservazione nell’infermeria della base e le loro condizioni non destano particolari preoccupazioni. Sono in corso gli accertamenti per determinare il punto di partenza dei colpi e individuare i responsabili.
“E’ intollerabile che” le basi dell’Unifil “vengano colpite”, ha dichiarato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un punto stampa al termine del Consiglio Difesa.
“Dovrebbero essere razzi leggeri di Hezbollah” quelli che hanno colpito la base italiana Unifil di Shama in Libano. Lo ha sottolineato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani rispondendo ai giornalisti alla Farnesina. “E’ inammissibile che si spari contro il contingente Unifil. Non hanno alcun diritto di farlo, sono truppe che hanno garantito anche la sicurezza di Hezbollah. Se è stato un errore, imparino a utilizzare meglio le armi. Noi non siamo nemici di nessuno, siamo lì per portare la pace. Tutta la solidarietà ai militari italiani che sono impegnati con Unifil, ci auguriamo che questo sia l’ultimo episodio”.
I caschi blu e le strutture di Unifil sono stati presi di mira in tre diversi incidenti nel sud del Libano, con 4 peacekeeper ghanesi feriti in uno di questi episodi in cui “un razzo, lanciato probabilmente da attori non statali”, ha colpito la loro base Unp 5-42 vicino al villaggio di Ramyah. Lo riferisce la stessa missione Onu.
Il portavoce dell’Idf ha dichiarato all’ANSA che non è stato l’esercito israeliano a colpire le forze di pace Unifil nel Libano meridionale.
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