“Basta tagli e precarietà. Questa riforma non si fa. Bernini vattene”. È sciopero delle studentesse e degli studenti universitari e dei licei: i gruppi Osa e Cambiare Rotta – in concomitanza con lo sciopero nazionale promosso da Usb, che chiede un contratto che non penalizzi i docenti e il personale – hanno lanciato la manifestazione nazionale “Allarme Rosso contro la Scuola di Valditara e dell’Ue”.
A Roma gli studenti dopo aver dormito in tenda sotto il ministero dell’Università, questa mattina sono pronti a dare battaglia “contro i tagli”, per chiedere “soldi all’università e non alla guerra; il diritto alla casa” dicendo “basta alle molestie”. Questi alcuni dei 10 punti messi nero su bianco in una piramide di cartone. E poi ‘l’immancabile’ cartonato a grandezza naturale ‘dell’asino’ Bernini. Dopo gli ultimi femminicidi, un minuto di rumore e di ‘allarme’ con il suono di una sirena anche per Ilaria e Sara. E tutte le vittime. A loro si sono uniti anche i lavoratori del comparto in sciopero.
Una gigantografia della bandiera dell’Unione europea è stata bruciata sotto il ministero dell’Istruzione a Roma al grido di “No alla scuola di Valditara e dell’Ue”.
A Genova cachi contro i cartonati di Meloni, Bernini e Valditara
Alcune centinaia di studenti genovesi sono scesi in piazza in corteo lungo le strade del centro di Genova per dire “no alla guerra e alle spese per le armi” e per chiedere che gli 800 miliardi proposti dalla Ue per il riarmo “vengano invece investiti per la formazione e la salute”.
Il corteo era aperto da uno striscione con la scritta ‘soldi alla formazione non alla guerra’ e i giovani mostravano cartelli con slogan a favore anche della salute pubblica. Nel mirino dei manifestanti la presidente della Ue Von der Leyen, la presidente Meloni e i ministri Valditara e Bernini.
Le loro foto sono state appese con dei cartoni ad un lampione in piazza Corvetto e prese di mira con un lancio di cachi. I portavoce della manifestazione hanno spiegato tra l’altro che “il riarmo europeo non può che portare alla guerra come sta avvenendo già in Ucraina e a Gaza con la strage del popolo palestinese”.
Partita da piazza De Ferrari, la manifestazione ha attraversato diverse vie del centro per concludersi in piazza Matteotti.
A Torino gli studenti sono scesi in piazza contro il riarmo
Anche a Torino gli studenti sono scesi a centinaia in piazza. La maggior parte degli attivisti sono dei collettivi studenteschi Cambiare rotta, Opposizione studentesca d’alternativa, Assemblea studentesca e Fronte della gioventù comunista.
Il corteo è aperto da uno striscione su cui c’è scritto: “Soldi alla formazione non alla guerra. No al riarmo europeo. Palestina libera”. C’è un manichino con una foto del ministro Valditara con in testa un elmetto e un cartonato che rappresenta un asino con la scritta “Bernini somara”.
“Siamo qui per fermare il genocidio in Palestina, per fermare il processo di aziendalizzazione delle scuole, ma anche perché è sorto un nuovo problema che noi viviamo sia come figli di lavoratori che come studenti, ovvero la nuova dinamica del riarmo, che comunque è una retorica che il nostro governo, così come praticamente tutti i governi europei, stanno portando avanti e a cui noi chiaramente ci opponiamo”, spiega Caterina Mansueto, presidente della consulta provinciale degli studenti di Torino.
“Mancano soldi alla scuola, le scuole crollano, gli studenti vengono mandati in alternanza e come poche settimane fa uno studente si è fatto male perché è rimasto incastrato in un macchinario e quindi chiaramente – aggiunge -. Noi non possiamo continuare a vivere queste condizioni, sapendo che la prospettiva del governo è quella di investire sempre più in armi”.
A Napoli caffè e cornetti per la protesta dei precari della ricerca
Caffè e cornetti sono stati portati oggi dai precari della ricerca che hanno manifestato a Napoli in occasione della presenza della ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, ad un convegno su scuola e formazione alle Gallerie d’Italia.
L’assemblea precaria napoletana ha organizzato “un appuntamento per una ‘colazione precaria’ in contemporanea alla visita della Ministra per denunciare le mistificazioni attorno al Ddl e ai tagli e rilanciare le rivendicazioni per il rifinanziamento di università e ricerca pubblica e per la stabilizzazione del precariato universitario”.
“I tagli all’università ammonteranno a circa 1.3 miliardi di euro nei prossimi tre anni. Questo comporterà non solo l’espulsione di gran parte dei precari, che tra l’altro costituiscono il 40 per cento della forza lavoro dell’università, ma anche gravi conseguenze per il nostro territorio.” dichiarano i portavoce di precarie e precari delle università napoletane.
“A fronte dei tagli, si rischia il crescente indebolimento, se non la chiusura, degli atenei del meridione. Si rischia di innescare un esodo verso le università che, grazie ad una più stretta collaborazione con il settore industriale e imprenditoriale, tenteranno di assorbire il colpo. Perché la ministra continua a mentire? Perché rifiuta il confronto?” continuano.
Durante la mattinata l’Assemblea Precaria ha raccontato “il vero “menù del giorno” del governo riguardo l’università: tagli, contratti precari e spostamento di fondi alle università telematiche e alla ricerca bellica, “con buona pace di chi vuole educarsi o educare nei nostri territori, e magari avere la possibilità di restarci senza che questo significhi sfruttamento, precarietà, ingiustizie”, aggiungono.
“La colazione oggi l’abbiamo organizzata noi, ma è la Ministra Bernini a doverci circa 1.3 miliardi di caffe. Per questo oggi siamo qui come studenti e precari per denunciare il progetto della ministra di distruggere l’università pubblica e con essa il lavoro di migliaia di persone che vi lavorano” concludono.
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