‘Jurassic World – La rinascita’,
ovvero conservazione, innovazione e citazione. Questo il
perverso triangolo di un franchise che non nasconde affatto,
anche nel titolo, di volersi rinnovare rilanciando con questo
episodio firmato da Gareth Edwards (Rogue One: A Star Wars
Story) una nuova fantastica trilogia in sala dal 2 luglio con
Universal.
Intanto la ‘conservazione’: i dinosauri pur se in una location
diversa sono ancora lì con il loro fascino e inseriti in un
paesaggio sempre più estremo, romantico grazie alla realtà
aumentata.
‘Innovazione’: in questo film ci sono animali preistorici
nuovi di zecca, frutto di incroci genetici prodotti da uno staff
di scienziati pronti a dare nuovi animali a un pubblico in sala
sempre più esigente e, sul fronte franchise, ulteriori gadget da
acquistare e collezionare da vecchi e nuovi fan della serie.
Infine ‘citazioni’: sono ovviamente tantissime, quelle che
fanno riferimento agli episodi precedenti della saga e altre poi
prese dalla serie cult ‘Lost’, da film come ‘King Kong’, ‘Tomb
Raider’e ‘Alien’ e anche dalla cronaca: il principio che una
persona dispersa in mare va sempre salvata vale anche in un
Blockbuster.
Con la sceneggiatura di David Koepp, che aveva già firmato il
‘Jurassic Park’ del 1993 di Steven Spielberg, il film, che
arriva a tre anni dalla conclusione della trilogia di Jurassic
World in cui ogni episodio ha superato il miliardo di dollari al
botteghino mondiale, non manca anche di adeguarsi al ‘women
empowerment’ e mette in campo come ‘action hero’ una
straordinaria front-woman tutta d’un pezzo, interpretata da
Scarlett Johansson che ricorda inevitabilmente il personaggio di
Lara Croft.
La pellicola, sequel stand-alone di Jurassic World – Il
dominio (2022) e settimo film del franchise di Jurassic Park ci
porta nel 2027, quando l’ambiente terrestre si è rivelato ormai
in gran parte inospitale per i dinosauri.
Le creature sopravvissute si rifugiano così in luoghi remoti
e tropicali, simili agli habitat in cui un tempo prosperavano e
non sono, tra l’altro, più oggetto di interesse da parte degli
umani che evitano da anni i loro parchi a tema.
Abbandonati a sé stessi sono anche più pericolosi come
scoprirà Zora Bennett (Johansson), dinamica e senza scrupoli
agente sotto copertura reclutata da un’azienda farmaceutica per
collaborare con il paleontologo Henry Loomis (Jonathan Bailey) e
il capo squadra Duncan Kincaid (Mahershala Ali) in una missione
top-secret squisitamente economica: infiltrarsi in un’isola
proibita, un tempo sede della struttura di ricerca originale di
Jurassic Park, per localizzare le tre più grandi specie
preistoriche della terra, del mare e del cielo.
Motivo? Il DNA di queste creature, prelevato con con una
particolare siringa-boomerang, custodisce la chiave per un
farmaco rivoluzionario, capace di salvare innumerevoli vite
umane e dai proventi miliardari.
Durante la missione, la squadra si imbatte in mare in una
famiglia di civili, ed entrambi i gruppi rimangono così bloccati
sull’isola e condividono le avventure.
Dato per scontato che per questo film si è utilizzato il meglio,
ovvero è stato girato su pellicola 35 mm con telecamere in
formato anamorfico e ha effetti speciali animatronici e immagini
generate al computer, ‘Jurassic World – La rinascita’ ha poi
come valore aggiunto e volano la sceneggiatura di Koepp (esperto
in blockbuster come Carlito’s Way, Mission: Impossible e
Spider-Man).
Ora questa sceneggiatura non ha una smagliatura in quanto a
tempi e tutto il resto e così inevitabilmente si resta incollati
alla sedia per i 134 minuti del film, cercando di non essere
fagocitati dal dinosauro mutante Distortus rex con la testa
bulbosa e pieno di deformità dolorose.
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