L’ormai famosa traccia 33, quella del palmo di una mano sul muro delle scale in fondo alle quali venne trovato il corpo di Chiara Poggi, è “estranea” alla “dinamica omicidiaria”, ossia non c’entra nulla col delitto, e “non è attribuibile” ad Andrea Sempio. Lo hanno messo nero su bianco i consulenti dei legali della famiglia Poggi, con esiti del tutto diversi rispetto a quelli degli esperti nominati per la relazione dattiloscopica dai pm di Pavia, che sostengono, invece, che quell’impronta appartenga al nuovo indagato. Alla stessa conclusione sono giunti anche i consulenti della difesa di Andrea Sempio: l’impronta 33 presenta solo “5 minuzie” e non la “corrispondenza di 15” con l’impronta di Sempio, come sostengono, invece, i consulenti dei pm di Pavia.
Gli avvocati dei familiari della vittima, Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, hanno chiesto anche che la Procura “sollecitasse” l’ingresso nell’incidente probatorio in corso degli approfondimenti su quella traccia “a fronte” pure “delle sorprendenti ipotesi che erano state avanzate su alcuni media in merito alla possibile presenza di sangue sull’impronta”. Il tutto per “fare definitiva chiarezza”, ma l’istanza è stata “rigettata”, perché la Procura ha “ritenuto di dover sottoporre i dati tecnici in esame ad una sua diretta ed esclusiva valutazione, da compiersi all’esito delle indagini” su Sempio.
Mentre la famiglia si sarebbe augurata “che un dato probatorio rappresentato ai media come decisivo per l’accertamento dei fatti potesse essere subito chiarito”.
Intanto, l’analisi dei due profili genetici trovati sui “margini ungueali” di Chiara rimane il punto nodale del maxi incidente probatorio nella nuova inchiesta sul caso Garlasco e su cui puntano tutto i pm. E lo è ancora di più, dopo che gli esami effettuati finora alla ricerca di Dna, sui reperti della spazzatura della colazione di quel mattino del 13 agosto di 18 anni fa e su quasi 60 impronte, non hanno fornito elementi utili alle indagini riaperte. Se non in senso favorevole all’amico del fratello della vittima.
Già nel nuovo round, il terzo, degli accertamenti nei laboratori di Polizia scientifica, fissato per il 4 luglio, i periti della gip Daniela Garlaschelli potrebbero far sapere ai consulenti delle parti come intenderanno procedere, ossia modalità e tempi, per la lettura e lo studio dei tracciati documentali del Dna sulle unghie di Chiara. Un profilo, secondo i pm e sulla base di una consulenza seguita ad un’altra della difesa di Alberto Stasi, il condannato definitivo, sarebbe attribuibile a Sempio. L’altro è il cosiddetto “ignoto 2”.
I periti, e in particolare la genetista Denise Albani, dovranno verificare la “possibilità o meno” di ritenere “utilizzabile” per un confronto quei due profili, “allo stato attuale” dell’evoluzione tecnica e scientifica. Poi, semmai procedere alle comparazioni. Intanto, oggi è arrivata la conferma dagli esami replicati in laboratorio dai periti, oltre che dalle verifiche di ieri dei consulenti delle parti, che non c’è Dna che si possa estrarre per eventuali match in tutte impronte, compresa pure la 10, contenute in oltre 30 fogli di acetato. Solo su uno dei fogli verranno ripetuti gli approfondimenti, perché è stata trovata qualche traccia, forse saliva, ma pure in questo caso sarà praticamente impossibile estrapolare Dna.
Tra le attività in programma per venerdì ci sono le campionature, per le successive analisi genetiche, su tre tamponi di Chiara, tra cui uno mai analizzato. Non ci si attendono novità nemmeno su questo fronte perché, viene chiarito, “il delitto di Garlasco non fu un crimine a sfondo sessuale”. In più, altre campionature su due o tre tracce ematiche (tra le oltre 100 repertate) che non avevano fornito risultati all’epoca. Saranno rifatte le analisi su quello che dovrebbe essere sangue di Chiara. E ancora su tre tracce rinvenute su un frammento del tappetino del bagno macchiato dal sangue lasciato dalla scarpa dell’assassino. Una di queste era Dna della 26enne, mentre un’altra non aveva dato esiti. I risultati, dopo questa altra serie di campionature, dovrebbero essere disponibili la prossima settimana. Analisi, inoltre, saranno effettuate pure sul frammento di pelo o capello trovato nella spazzatura.
Nessun accertamento, invece, è previsto su un cucchiaino, che fu già esaminato e su cui c’era il profilo di Chiara. Nel frattempo, i carabinieri del Ris di Cagliari stanno lavorando, dopo il sopralluogo del 9 giugno, per ricostruire tridimensionalmente scena e dinamica dell’omicidio.
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