Svegliata nel cuore della notte, Maria Corina Machado ha accolto come uno “shock” la notizia di aver ricevuto il Premio Nobel per la Pace. La “dama de hierro” del Venezuela, leader dell’opposizione a Nicolas Maduro, è stata scelta dal comitato norvegese come simbolo di chi “mantiene accesa la fiamma della democrazia in mezzo a un’oscurità crescente”. E la 58enne politica conservatrice, costretta da un anno alla clandestinità, ha voluto condividere il riconoscimento con “un intero movimento” che sfida la dittatura chavista. La scelta di Oslo ha mandato in fumo i sogni di gloria di Donald Trump, che aspirava al Nobel sull’onda del cessate il fuoco a Gaza, ma la ‘libertadora’ ha subito chiesto il suo sostegno per “la vittoria”. E il tycoon l’ha chiamata per congratularsi. Machado “è uno degli esempi più straordinari di coraggio civico in America Latina negli ultimi tempi”, ha dichiarato il presidente del comitato per il Nobel Jorgen Watne Frydnes, parlando di “una figura unificante in un’opposizione un tempo profondamente divisa, che ha trovato un terreno comune nella richiesta di libere elezioni”. Proprio questa spinta unificante le aveva garantito una vittoria schiacciante alle primarie dell’ottobre 2023 lanciandola nella corsa alle presidenziali contro Maduro. A quel punto però, ha ricordato Frydnes, “l’opposizione è stata messa a tacere attraverso brogli elettorali, procedimenti giudiziari e incarcerazioni”. Con il risultato che Machado è stata estromessa dal voto ed il suo candidato, Edmundo Gonzalez Urrutia, pur rivendicando la vittoria alle urne è stato costretto all’esilio dall’erede di Hugo Chavez, tra le proteste di gran parte della comunità internazionale, inclusi Usa e Ue, e di organismi indipendenti. Uno schiaffo alla democrazia che non ha impedito a Machado di continuare a fare politica attiva, pur in clandestinità.
L’Istituto per il Nobel ha condiviso un video del momento in cui il suo direttore, Kristian Berg Harpviken, ha svegliato Machado con la notizia del premio. “Oh mio Dio, non ho parole, non lo merito”, è stata la reazione della leader venezuelana, incassando “il più grande riconoscimento per il nostro popolo, una conquista per la società”. “Questo è un carajazo”, un termine usato nel Paese per descrivere un “colpaccio”, le congratulazioni di Gonzales Urrutia da Madrid. Il Nobel a Machado è stato salutato dall’Onu e dall’Ue. “La libertà non si imprigiona, congratulazioni a Maria Corina”, ha detto Ursula von der Leyen, mentre Emmanuel Macron ha espresso la “riconoscenza della Francia per la sua azione”. Per Antonio Tajani è un riconoscimento “giusto”, perché è stato conferito ad una “donna coraggiosa”. Dal Vaticano il cardinale Pietro Parolin ha auspicato che questo premio “possa aiutare il Paese a ritrovare serenità e la via della democrazia”. Plausi sono arrivati dall’argentino Javier Milei e dal colombiano Gustavo Petro. Anche Trump ha chiamato Machado per congratularsi. Una telefonata non scontata, dopo che la Casa Bianca aveva accusato il comitato per il Nobel di “anteporre la politica alla pace”, non premiando un presidente che “stringe accordi di pace in tutto il mondo”. Il tycoon evidentemente vuole tenersi stretto un alleato in chiave anti-Maduro, in una fase in cui gli Stati Uniti hanno intensificato le ostilità contro Caracas, affondando diverse imbarcazioni di presunti narcotrafficanti. Mentre Maduro ha accusato Washington di usare la guerra alla droga come pretesto “per imporre un cambio di regime” e impossessarsi delle ingenti riserve petrolifere del Paese. Machado, dando prova di pragmatismo a sua volta, si è rivolta a Trump in un messaggio su X: “Siamo alle soglie della vittoria e oggi più che mai contiamo sul presidente Trump, sul popolo degli Stati Uniti, sul popolo dell’America Latina e sulle nazioni democratiche del mondo come nostri principali alleati per raggiungere la libertà e la democrazia”.
 
 
Video Machado: ‘Sono sotto shock, il Nobel va a un intero movimento’
Video Nobel per la Pace a Machado: ‘Figura chiave unificatrice contro stato venezuelano’
Video Maria Corina Machado vince il premio Nobel per la Pace
                          Trump pubblica video sulle parole di Putin e lo ringrazia
                        
Donald Trump posta un video sul suo social Truth in cui Vladimir Putin parla sul suo lavoro nel risolvere le dispute e la sua mancata vittoria del premio Nobel per la pace. Al video è allegato un ringraziamento: “Grazie presidente Putin”. Trump “sta facendo molto per risolvere le questioni complicate di oggi che persistono da anni o decenni ma non spetta a me dire se meritava il Premio Nobel per la pace”, ha detto Putin osservando come Trump sta “cercando di trovare una soluzione anche per il conflitto in Ucraina”.
                          Putin, ‘Trump sta facendo molto per la pace’
                        
Donald Trump “sta facendo molto per risolvere le questioni complicate di oggi che persistono da anni o decenni ma non spetta a me dire se meritava il Premio Nobel per la pace”. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin rispondendo a una domanda in merito. Trump, ha aggiunto il capo del Cremlino, sta “cercando di trovare una soluzione anche per il conflitto in Ucraina”.
                          La protesta della Casa Bianca e la rabbia del mondo Maga
                        
“Il presidente Trump continuerà a stringere accordi di pace in tutto il mondo, a porre fine alle guerre e a salvare vite umane”: lo ha affermato Steven Cheung, direttore delle comunicazioni della Casa Bianca, in un post su X in risposta alla notizia che Maria Corina Machado ha vinto il premio Nobel per la pace 2025. “Non ci sarà mai nessuno come lui in grado di spostare le montagne con la sola forza della sua volontà. Il Comitato per il Nobel ha dimostrato di anteporre la politica alla pace”, aggiunge Cheung.
Il popolo Maga insorge contro il comitato che ha assegnato il Nobel per la Pace all’attivista venezuelana Maria Corina Machado. “E’ una barzelletta. Tutti sanno che il presidente Trump merita il Nobel”, ha detto la trumpiana di ferro Laura Loomer criticando al decisione di non aver dato il premio a Donald Trump. E’ “incredibile”, le ha fatto eco il commentatore conservatore Eric Daugherty. “Una persona a caso che nessuno conosce ha appena vinto il premio Nobel per la Pace, che è ormai una barzelletta. Chiunque abbia un po’ di cervello sa che Trump avrebbe dovuto vincere”, ha tuonato l’account Maga Voice.
                          Il Comitato: ‘Trump? decidiamo sulla volontà di Alfred Nobel’
                        
La decisione del comitato del premio Nobel si basa solo sul “lavoro e sulla volontà di Alfred Nobel”. Così il presidente del comitato Nobel, Jorgen Watne Frydnes, ha risposto ad una domanda sul desiderio espresso da Donald Trump di ricevere il premio.
“Nella lunga storia del premio Nobel del comitato – ha detto rispondendo alla domanda di un cronista – questo comitato ha visto ogni tipo di campagna, di attenzione dei media. Riceviamo migliaia e migliaia di lettere ogni anno di persone che dicono quello che, per loro, conduce alla pace. Questo comitato siede in una stanza piena di ritratti di tutti laureati e quella stanza è piena di coraggio e integrità. Così noi basiamo le nostri decisioni solo sul lavoro e sulla volontà di Alfred Nobel”.
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