Una neonata è morta, poche ore dopo il parto, avvenuto ieri nell’abitazione dei genitori, a Borso del Grappa (Treviso). La piccola, che aveva iniziato a manifestare segni di sofferenza subito dopo essere venuta alla luce, è spirata nonostante l’arrivo dei soccorritori, giunti dall’ospedale di Treviso, ed il caso ora sta destando polemiche.
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La gestazione, secondo quanto si è appreso, sarebbe stata condotta senza alcuna complicazione, circostanza che ha reso possibile la scelta dei genitori 40enni di ripercorrere l’esperienza, già fatta con gli altri figli, del parto in casa con l’assistenza di ostetriche non collegate all’azienda sanitaria locale Ulss n.2, né ad altre strutture pubbliche. Poche ore dopo il parto però, la bambina ha cominciato ad evidenziare segnali di disagio tanto da indurre le assistenti a far intervenire il personale del 118, giunto da Treviso, che dista una trentina di chilometri in linea d’aria, con l’elicottero.
La neonata è stata subito affidata al reparto di terapia intensiva neonatale, ma le condizioni apparivano già molto compromesse, a causa di una crisi respiratoria seguita – o provocata, questo sarà accertato dall’autopsia disposta dalla Procura della Repubblica di Treviso – da una emorragia interna probabilmente da ricondurre ad una malformazione congenita.
Secondo quanto riferito dal sindaco di Borso del Grappa, Fiorella Ravagnolo, che ha incontrato i genitori, l’episodio si è inserito in un contesto in cui era stata predisposta la massima assistenza, pur con i limiti connessi all’ambiente non ospedaliero. Il primo cittadino ha anche stigmatizzato le reazioni offensive immediatamente lievitate sui social nei confronti dei genitori, ricordando che la scelta di partorire a casa è assolutamente legittima a fronte di precise precauzioni le quali, in questo caso, sarebbero state del tutto rispettate. Sarà la magistratura, in ogni caso, a verificare se vi siano state responsabilità da parte delle professioniste che hanno assistito la puerpera. Per il mondo della sanità pubblica, pur non essendo contrastato per legge, affrontare un parto in casa rimane sempre “vivamente sconsigliato”.
Lo ha ricordato oggi anche il direttore generale dell’azienda sanitaria Ulss n.2, Francesco Benazzi, spiegando la sua posizione con i possibili ritardi ai quali si va incontro in caso di complicazioni. Oggi in Italia le famiglie che scelgono di far nascere i figli in sedi extra ospedaliere sono circa lo 0,15%, intendendo con questo il proprio ambiente domestico o case di maternità. Ed è in una casa maternità che non più tardi di un mese fa, a Roma, era stata registrata la morte di una neonata venuta alla luce ed entrata poco più tardi in arresto cardiocircolatorio. Le ostetriche avevano tentato a lungo di rianimarla ma all’arrivo del personale del 118 per la bimba non c’era più nulla da fare. La struttura era stata posta sotto sequestro dalla magistratura per verificare la corrispondenza con le norme all’interno delle quali è possibile partorire al di fuori di sedi ospedaliere.
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