Primi passi, esordi, ovvero la voglia di tentare la difficile strada del cinema, questo il vero significato di ‘opera prima’ di cui questa 20/ma edizione del Roma Film Fest è più che mai ricca. Sono infatti ben tredici i film che si vedranno all’Auditorium Parco della Musica da oggi fino al 26 ottobre e che correranno anche al premio Miglior opera prima Poste Italiane.
Tre intanto le opere italiane: ‘Breve storia d’amore’ di Ludovica Rampoldi, ‘Elena del Ghetto’ di Stefano Casertano (entrambi nella sezione Grand Public) e ‘Tienimi presente’ di Alberto Palmiero (Freestyle).
La nota e brava sceneggiatrice Ludovica Rampoldi approda dietro la macchina da presa con una storia di tradimento con protagoniste due coppie. I trentenni Lea e Andrea e i cinquantenni Rocco e Cecilia destinati inevitabilmente ad incrociarsi. Lea conosce Rocco in un bar e inizia con lui una relazione clandestina. Un tradimento come tanti che però prende una piega imprevista quando Lea comincia ad entrare nella vita di Rocco, fino a coinvolgere i rispettivi compagni in una resa dei conti finale. Nel cast Pilar Fogliati, Adriano Giannini, Andrea Carpenzano e Valeria Golino.
‘Elena del Ghetto’ di Stefano Casertano si svolge a Roma tra il 1938 e il 1943 e racconta la storia di Elena Di Porto (Micaela Ramazzotti), donna ebrea che ha saputo sfidare fascismo e occupazione nazista con coraggio e determinazione.
Infine, sempre per l’Italia, ‘Tienimi presente’ interpretato dallo stesso regista. Il film è una sorta di ‘Ecce bombo’ della Generazione Z, con protagonista Alberto, ingenuo giovane di provincia che vuole fare il regista e che ricorda tanto un Gianni Di Gregorio adolescente. Così Alberto va a Roma nella speranza di fare un film, ma tra progetti incerti e produttori perennemente in fuga il giovane decide di fare marcia indietro e tornare nella sua città natale.
Sul fronte internazionale c’è il cinese Wang Tong con ‘Wild Nights, Tamed Beasts’ che mette al centro della storia una dolce badante e il guardiano di uno zoo sui generis. Un racconto sulla solitudine degli anziani e lo smarrimento dei giovani.
‘Esta Isla’ di Lorraine Jones Molina e Cristian Carretero, si svolge invece in una cittadina costiera di Porto Rico. Tra le onde del mare e il cemento di un complesso di case popolari, il giovane Bebo tira avanti accanto al fratello Charlie, tra notti spensierate in spiaggia e giornate trascorse a pescare.
C’è poi tra le opere prime ‘Left-Handed Girl’ della taiwanese Shih-Ching Tsou, viaggio colorato attraverso la Taipei di oggi, vista attraverso gli occhi di più generazioni.
‘Mad Bills to Pay’ di Joel Alfonso Vargas ci porta invece nel Bronx dove, tra cocktail venduti per strada e un piccolo appartamento, due adolescenti scoprono l’amore. Ma la dura realtà del quartiere li costringerà a crescere.
‘Nino’, esordio della regista Pauline Loquès, ha come protagonista appunto Nino il quale scopre che il suo mal di gola è in realtà un cancro e deve iniziare la chemioterapia. Tenterà di metabolizzare la notizia traumatica condividendola con gli altri tra leggerezza e malinconia.
In ‘Our Hero Balthazar’ di Oscar Boyson, troviamo il protagonista che per ottenere visibilità sui social, cavalca la denuncia della gun culture americana e si imbatte in un folle pronto a una strage.
‘California Schemin’ dell’attore britannico James McAvoy si ispira alla vicenda del duo rap scozzese Silibil N’ Brains. Nei primi anni 2000, nell’operaia Dundee, Gavin e Billy sognano di sfondare nell’hip-hop, ma con i loro forti accenti scozzesi nessuno li prende sul serio.
In ‘La Petite Cuisine de Mehdi’ di Amine Adjina Medhi ha due passioni: la cucina francese e la sua ragazza, Léa, francese purosangue. Lavorano entrambi in un bistrot parigino, dove Medhi fa lo chef, molto apprezzato. Ma Medhi vuole anche compiacere la mamma Fatima, davanti alla quale si finge un perfetto, ubbidiente figlio algerino.
Infine, ‘Queens of the Dead’ di Tina Romero ha come protagoniste delle drag queen che si esibiscono in un capannone di Brooklyn la notte in cui dilaga in città un’epidemia di zombie.
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