Un ordigno rudimentale, con circa un chilo di esplosivo, posizionato vicino all’auto del giornalista e conduttore di Report Sigfrido Ranucci: l’esplosione fortissima ha così coinvolto le macchine del giornalista e della figlia parcheggiate davanti casa a Pomezia. L’ordigno non è stato azionato a distanza o con un timer ma è stato lasciato, presumibilmente con la miccia accesa, tra due vasi esterni alla villetta. Gli inquirenti stanno cercando eventuali telecamere che abbiano immortalato il momento cui l’ordigno è stato lasciato.
Un passante avrebbe visto un uomo incappucciato a poca distanza dall’abitazione del giornalista. In base a quanto si apprende, l’uomo avrebbe raccontato agli inquirenti della presenza sospetta. In base ai primi risultati delle indagini, inoltre, non è escluso che chi ha posizionato l’ordigno rudimentale abbia seguito gli spostamenti del giornalista e il percorso seguito per rientrare nella villetta. Nelle vicinanza dell’abitazione è stata trovata un’auto rubata.
“Ho sentito un boato tremendo, erano le 22.17. Sono riusciti a sentirlo anche i carabinieri attraverso l’audio di alcune persone, che erano in zona, che stavano registrando con il telefono in quel momento”, ha detto Ranucci. Sul rafforzamento della scorta, il giornalista rivela che si è già passati “alla macchina blindata”. “Chi è stato? È impossibile dirlo in questo momento: si tratta di un contesto abbastanza allargato, è su quello che sono state fatte le segnalazioni in questi mesi”, conclude.
Nel video postato dalla trasmissione Report sui social si vede la parte anteriore dell’auto del giornalista completamente distrutta e la vettura accanto, quella della figlia, danneggiata. “L’auto è saltata in aria – ha scritto la trasmissione Report sui sui profili social – danneggiando anche l’altra auto di famiglia e la casa accanto. La potenza dell’esplosione è stata tale per cui avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento”. La figlia di Ranucci aveva posteggiato la sua auto lì venti minuti prima.
Ranucci ha spiegato che la sua auto era stata parcheggiata in quel posto dal figlio ieri all’ora di pranzo. Il conduttore, che è sotto scorta dal 2014 dopo le minacce di morte da parte della mafia, da tempo denuncia anche “il clima di isolamento e di delegittimazione nei miei confronti”, ricordando di aver subito varie minacce negli ultimi tempi, a partire dal ritrovamento di due proiettili P38 fuori casa fino al pedinamento di soggetti identificati dalla sua scorta.
“Ho ricostruito con i carabinieri quanto è successo ieri. C’è una lista infinita di minacce, di varia natura, che ho ricevuto e di cui ho sempre informato l’autorità giudiziaria e di cui i ragazzi della mia scorta hanno sempre fatto rapporto. Io comunque mi sento tranquillo nel senso che lo Stato e le istituzioni mi sono sempre state vicine in questi mesi”, ha detto Ranucci lasciando la sede della compagnia dei Carabinieri di via Trionfale dopo ha presentato denuncia. “Quello di stanotte è stato un salto di qualità preoccupante perché proprio davanti casa, dove l’anno scorso erano stati trovati dei proietti’, conclude.
Sulla vicenda indagano i pm dell’Antimafia di Roma. Ranucci è stato ascoltato due ore in Procura. Nel procedimento, oltre al danneggiamento aggravato dal metodo mafioso, si contesta anche la violazione della legge sulle armi.
“L’ho saputo direttamente da lui, che mi ha avvertito per rassicurarmi. La figlia aveva parcheggiato la macchina mezz’ora prima dell’esplosione e Sigfrido era tornato a casa da dieci minuti, la cosa più inquietante di tutte è che lui non tornava a casa da una decina di giorni, era in giro, e quindi è molto probabile che qualcuno lo abbia monitorato e lo stesse aspettando”. Lo dice a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, il giornalista e inviato di Report Giorgio Mottola, intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari riguardo all’attentato subito da Sigfrido Ranucci.
L’ad Rai Giampaolo Rossi e l’intera azienda “si stringono al fianco di Sigfrido Ranucci ed esprimono massima solidarietà per il grave e vile attentato intimidatorio”. “Il ruolo della Rai e di chi opera al suo interno è quello di garantire dialogo, pluralismo e rispetto nel racconto quotidiano del nostro tempo – si legge in una nota -. La Rai respinge con forza e determinazione ogni minaccia contro chi svolge il proprio lavoro nel Servizio Pubblico. L’essenza vitale della nostra democrazia è la libertà informativa che la Rai garantisce e che i suoi giornalisti rappresentano”.
Video Esplodono sotto casa le auto di Ranucci e della figlia
Ranucci si affaccia commosso alla fine del presidio a Teulada
Si asciuga gli occhi e stringe le braccia attorno al petto, Sigfrido Ranucci, affacciatosi in conclusione del presidio davanti alla sede Rai di via Teulada dal primo piano dell’edificio. Pochi secondi prima era stato annunciato che non sarebbe potuto scendere a salutare la folla radunatasi per mostrargli supporto. Nessuna parola da parte del conduttore, solo baci e sorrisi amari. Le persone presenti, invece, hanno applaudito e gli hanno urlato “siamo noi la tua scorta” e “forza”.
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