Andrea rinuncia ai titoli, travolto dagli scandali – Europa – Ansa.it

Andrea rinuncia ai titoli, travolto dagli scandali – Europa – Ansa.it


Nuovo terremoto in casa Windsor. Il principe Andrea, pecora nera della famiglia reale britannica, ha annunciato la “rinuncia” a tutti i titoli reali residui, dopo una conversazione con re Carlo III, suo fratello maggiore, che ha evidentemente suggellato una sorta di benservito conclusivo sulla scia di tutti gli scandali che lo hanno travolto: fino alle ultime, ennesime rivelazioni infamanti sulle frequentazioni del passato con il defunto faccendiere-pedofilo americano Jeffrey Epstein.

Un finale di partita all’insegna dell’umiliazione più nera per il terzogenito della regina Elisabetta II e del principe Filippo, a lungo considerato il figlio preferito della matriarca a dispetto dei suoi vizi, delle sue debolezze, delle sue tronfie vanità. Andrea, 65 anni, già escluso da tempo da tutti gli incarichi di rappresentanza della dinastia e privato dei gradi militari in seguito alle prime bombe mediatiche sul suo sospetto coinvolgimento nello scandalo Epstein (bombe a cui contribuì lui stesso con una disastrosa intervista boomerang che aveva voluto concedere alla Bbc con la pretesa di riabilitarsi), da oggi perde pure il titolo superstite di duca di York. Mentre l’ex moglie Sarah Ferguson – alla quale si è negli anni riavvicinato, sino a tornare condividere la lussuosa residenza adiacente al castello di Windsor dove è rimasto abbarbicato finora nonostante i tentativi del fratello di trasferirlo in una dimora meno costosa – potrà esibire da oggi in avanti solo il suo nome e cognome.

A lui resterà invece il titolo di principe, a cui ha diritto per nascita, in quanto figlio di una monarca. Mentre non verranno toccati titoli e prerogative nella linea di successione delle sue due figlie, Eugenie e Beatrice. Ma per il resto dovrà di fatto scomparire definitivamente dalla scena. L’unica consolazione che gli è stata lasciata dal fratello Carlo – e dal nipote William, erede al trono – è quella di annunciare di suo pugno quest’ultima rinuncia obbligata: come fosse un atto spontaneo (che non è). Annuncio contenuto in un comunicato breve e freddo, peraltro, senza scuse, ammissioni o toni concilianti. Quasi a voler esibire tutte le ombre caratteriali e la mancanza di sensibilità rinfacciategli dalle biografie più ostili. Dopo “una discussione con il Re”, scrive Andrea, “abbiamo concluso che le continue accuse su di me rappresentano una distrazione per il lavoro di Sua Maestà e della Famiglia Reale”. “Avevo già deciso – prosegue il principe evitando ogni accento di umiltà – di mettere il mio dovere verso la mia famiglia e il mio paese al primo posto… ritirandomi dalla vita pubblica 5 anni fa. Ora, con l’accordo di Sua Maestà, sentiamo che devo fare un passo ulteriore: quindi non userò più i miei titoli e gli onori che mi sono stati conferiti”.

Una comunicazione secca con una sola postilla, in relazione agli scandali. Per ribadire di continuare a “negare vigorosamente le accuse contro di me”. Proclama d’innocenza che tuttavia fa a pugni con le ultime, ulteriori rivelazioni rimbalzate dagli Usa sul dossier Epstein, in contrasto rispetto a varie sue affermazioni e tentativi di minimizzazione. Oltre che con le ricostruzioni di una recente, ennesima biografia shock firmata da Andrew Lownie. E senza dimenticare le memorie postume di Virginia Giuffre, una delle vittime del finanziere Usa, morta suicida qualche mese fa: che nel libro lasciato in eredità dettaglia le accuse al fratello del re di aver a suo tempo abusato sessualmente di lei almeno tre volte, quando era ancora 17enne, rivendicando una specie di “diritto di nascita”.

Accuse che Andrea ha sempre negato, ma per fermare le quali si è piegato infine qualche anno fa a pagare un indennizzo multimilionario. L’ultimo chiodo sulla tomba delle ambizioni e delle velleità di un principe cadetto che, dopo le ‘glorie’ giovanili della campagna militare nelle Falkland contro l’Argentina, ha collezionato solo inciampi e sospetti. Anche nelle incursioni nel mondo del business e delle consulenze internazionali, sfociate in contatti con personaggi di dubbia reputazione. Come nel caso della presunta spia cinese Cai Qi a cui è stato avvicinato giusto oggi dal Daily Telegraph, con tanto di foto risalente al 2018, come coprotagonista di un ulteriore scandalo fresco di conio sui media del Regno. Ultimo anello di una catena di passi falsi che ora presentano il conto finale: non senza minacciare di lasciare qualche ombra residua pure sul futuro della monarchia.

   

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