L’orchestra del Teatro La Fenice di Venezia è “scesa in campo” questo pomeriggio, per protestare contro le logiche e i metodi della nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale dell’Ente. È saltata così la prevista prima dell’opera Wozzeck, che doveva aprire la stagione lirica del teatro e che rappresenta così il primo smacco del nuovo soprintendente Nicola Colabianchi.
Circa un migliaio di persone si sono riunite in Campo Sant’Angelo, nel cuore della città, a pochi passi dal teatro, oggi vuoto, dando vita a un ‘flashmob’ che ha mescolato parole e musica, le sedie a ventaglio per i maestri, e i primi violini a dare il tempo.
Si è iniziato con l’esecuzione, da parte degli orchestrali, dell’Inno di Mameli, seguito da tre minuti di silenzio per onorare la memoria dei tre carabinieri morti nella strage di Castel D’Azzano (Verona). Quindi si sono susseguiti gli interventi dei rappresentanti sindacali inframmezzati dall’esecuzione di brani musicali. Alla fine coro e orchestra hanno intonato il Va’ Pensiero dal Nabucco, in segno “di speranza”, è stato detto.
Negli interventi dei rappresentanti sindacali è stato ribadito che i dipendenti dell’Ente non sono ostili a Venezi, ma con il metodo che ha portato alla sua nomina da parte del soprintendente Colabianchi e dal presidente della Fondazione lirica, il sindaco Luigi Brugnaro, fatta senza consultazioni né coinvolgimento dei dipendenti.
“Il sindaco – è stato sottolineato – ha detto che Beatrice Venezi avrebbe portato nuovi abbonamenti, avrebbe portato soldi. Questo è ciò che il sindaco Brugnaro intende come ‘offerta musicale’. ma la musica è di tutti, e noi non vendiamo paccottiglia”.
Al termine anche l’intervento di Barbara di Valmarana, già presidente dell’associazione Amici della Fenice: “Non abbiamo mai mai visto il sindaco a teatro, e neanche il nostro presidente Zaia”, ha chiosato.
Contro lo sciopero si è schierato il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi: “Le agitazioni e i toni accesi allontanano il dialogo. La reazione, orchestrata dai lavoratori della Fenice contro il neodirettore musicale Beatrice Venezi, è sproporzionata e pericolosa. Troppo forzata, aggressiva. Anche l’atteggiamento verso di noi è irriconoscente. Siamo il ministero della cultura che, numeri alla mano, ha avuto più cura e attenzione per il settore dell’Opera, da vent’anni a questa parte. Persino i sindacati lo hanno ammesso”.
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