La Commissione Ue dovrebbe rivalutare “ogni due anni” la traiettoria di taglio delle emissioni fissato al 90% entro il 2040, con la possibilità di “rivedere, se necessario” l’intero target climatico. E’ una delle opzioni di flessibilità previste dalla bozza di compromesso sull’obiettivo intermedio al 2040, diffusa dalla presidenza danese dell’Ue. Il testo sarà discusso mercoledì e venerdì dagli ambasciatori dei Paesi membri, nell’ottica di aprire la strada all’accordo politico al Consiglio Ambiente del 4 novembre. La valutazione dovrebbe basarsi su “recenti evidenze scientifiche, progressi tecnologici e sfide per la competitività”.
La bozza di compromesso, visionata dall’ANSA, introduce una “valutazione biennale” da parte della Commissione Ue che potrà essere accompagnata “se necessario” da proposte legislative per “rivedere” la legge sul clima. Il testo di compromesso riflette molte delle richieste avanzate dai leader al Vertice Ue della scorsa settimana, tra cui la necessità di introdurre una clausola di revisione del target per rendere il percorso di decarbonizzazione più flessibile.
Al momento la presidenza non ha modificato l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% (rispetto ai livelli del 1990) proposto dalla Commissione Ue né la quota del 3% di contributo al target che dovrebbe arrivare dall’acquisto di crediti di carbonio extra Ue. La quota del 3% rimane però inserita tra parentesi quadre perché le capitali ancora stanno negoziando sul punto e la quota potrebbe essere aumentata nelle prossime ore per garantire ancora maggiore flessibilità.
Diversi Paesi Ue, tra cui Francia e Italia, sarebbero favorevoli a portare la quota fino al 5%. Per andare incontro alle capitali viene inoltre precisato che di fronte a un percorso di riduzione delle emissioni “più lento del previsto” le eventuali carenze degli assorbimenti naturali di CO2 o delle tecnologie “non dovranno andare a discapito di altri settori economici”.
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