“Il perseguimento di una politica di bilancio attenta” non vuol dire che con la manovra il governo non abbia puntato a dare “risposte a esigenze profonde del Paese”. Lo dice il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in audizione sulla manovra rivendicando quanto fatto con la legge di bilancio e citando fra gli interventi anche quello sull’Irpef che con la riduzione dell’aliquota dal 35 al 33% “tutela i contribuenti con redditi medi, ed estendendo la platea di chi aveva beneficiato del cuneo fiscale coinvolge il 32% del totale dei contribuenti” per un valore del beneficio medio atteso di 218 euro all’anno” che arriva a toccare per le fascia più alta interessata i “440 euro”. Il titolare del Tesoro ricorda la presenza dei vari “interventi di carattere fiscale per famiglie, famiglie numerose, supporto alla genitorialità, sanità, imprese”.
La manovra “si inserisce in un quadro congiunturale incerto nel cui l’attenzione sulle politiche bilancio perseguita dagli Stati è molto elevata. Una politica di bilancio attenta a garantire la sostenibilità del debito e in linea con le regole di governance Ue può garantire una stabilità economica finanziaria del nostro Paese che si trova a rinnovare ogni anno 400 miliardi titoli debito pubblico”. Lo ha detto in audizione il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sottolineando che la manovra “conferma la strategia seguita dal governo negli ultimi 3 anni, un approccio che in periodo complicato” ha bilanciato il “supporto a specifici settori con l’esigenza di mantenere in ordine i conti pubblici”.
“Un’attenta conduzione della politica di bilancio ha contribuito al recente miglioramento del rating e dei titoli del debito pubblico. I risultati riflettono la crescente credibilità sui mercati conquistati dall’Italia di cui hanno beneficiato anche le istituzioni finanziarie e le aziende. Il mantenimento di una politica di bilancio responsabile è un requisito fondamentale per il nostro paese”.
Bankitalia: ‘La manovra fa poco sulla disuguaglianza dei redditi tra famiglie’
“La differenza di regime fiscale potrebbe incidere negativamente incentivando il fenomeno delle locazioni brevi non dichiarate”. Lo afferma Mauro Orefice, presidente di coordinamento delle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei conti in audizione sulla manovra commentando le misure della legge di bilancio relative agli affitti brevi, che alzano l’aliquota della cedolare secca dal 21 al 26 per cento.
Per quanto riguarda la rottamazione, ha detto Orefice,”la disciplina introdotta diverge parzialmente dai precedenti interventi normativi perché limita la possibilità di ricorrere alla definizione agevolata ai soli casi nei quali il contribuente ha omesso il versamento delle imposte sul reddito e sul valore aggiunto, comunque oggetto di dichiarazione, e agli accertamenti formali e cartolari sulle dichiarazioni” ma “se anche il perimetro è limitato” l’intervento “sconta, comunque, le criticità, più volte sottolineate dalla Corte, e, in particolare, la possibilità che la misura possa ridurre la compliance fiscale, il rischio che l’Erario possa diventare un ‘finanziatore’ dei contribuenti morosi, incentivando l’omesso versamento come forma di liquidità, l’incertezza sugli effetti sui saldi di finanza pubblica”.
Bankitalia: ‘L’evasione è un danno, la rottamazione non spinge il recupero’
“L’evasione fiscale, come noto, danneggia la crescita e produce iniquità, sfavorendo le imprese e i cittadini onesti. La manovra apre a una nuova “rottamazione”: uno strumento che in passato non ha accresciuto l’efficacia nel recupero di gettito”. Lo ha detto il Vice Capo Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia Fabrizio Balassone in audizione sulla manovra alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.
La nuova definizione agevolata comporta “una perdita di gettito di 1,5 miliardi nel 2026 e 0,5 miliardi in media nei due anni successivi”, ha detto Balassone. “Secondo i dati forniti dall’Agenzia delle entrate, al marzo di quest’anno i pagamenti effettuati sono nell’ordine della metà di quanto sarebbe stato dovuto per le varie edizioni delle definizioni agevolate. Problemi di riscossione analoghi potrebbero manifestarsi anche con la procedura prevista dalla nuova definizione agevolata”, ha avvertito.
Si può stimare che complessivamente le misure della manovra a sostegno del reddito delle famiglie “non comportino variazioni significative della disuguaglianza nella distribuzione del reddito disponibile equivalente tra le famiglie”, ha detto Balassone. La riduzione dell’aliquota dell’Irpef per il secondo scaglione di reddito favorisce i nuclei dei due quinti più alti della distribuzione, ma con una variazione percentualmente modesta del reddito disponibile. Gli effetti dei principali interventi in materia di assistenza sociale si concentrano invece sui primi due quinti delle famiglie e sono anch’essi modesti”, ha spiegato.
Istat: ‘La maggior parte delle risorse del taglio Irpef alle fasce alte’
Il taglio dell’Irpef previsto in manovra “coinvolgerebbe poco più di 14 milioni di contribuenti, con un beneficio annuo pari in media a circa 230 euro. Le famiglie beneficiarie sarebbero circa 11 milioni (44% delle famiglie residenti) e il beneficio medio di circa 276 euro (in ogni famiglia ci può essere più di un contribuente)”, sottolinea il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli nell’audizione di fronte alle commissioni Bilancio di Senato e Camera.
“Ordinando le famiglie in base al reddito disponibile equivalente e dividendole in cinque gruppi di uguale numerosità – ha proseguito – emerge come oltre l’85% delle risorse siano destinate alle famiglie dei quinti più ricchi della distribuzione del reddito: sono infatti interessate dalla misura oltre il 90% delle famiglie del quinto più ricco e oltre due terzi di quelle del penultimo quinto. Il guadagno medio va dai 102 euro per le famiglie del primo quinto ai 411 delle famiglie dell’ultimo. Per tutte le classi di reddito il beneficio comporta una variazione inferiore all’1% sul reddito familiare”.
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