Bombardamenti incessanti e scontri a fuoco per le strade, con il ricorso massiccio alle truppe di terra, soprattutto nel Donbass. L’offensiva russa non accenna a rallentare ed ha preso di mira per l’ennesima volta diverse infrastrutture energetiche e zone residenziali in Ucraina, provocando almeno sei morti e interruzioni di elettricità e gas, con l’inverno alle porte.
Mentre nell’epicentro del conflitto, intorno a Pokrovsk, l’Armata di Vladimir Putin è disposta a sacrificare due soldati su tre pur di mettere piede in città, inseguendo una vittoria che giorno dopo giorno appare più vicina.
Nella notte di sabato la Russia ha lanciato 458 droni e 45 missili contro l’Ucraina, secondo l’Aeronautica Militare Kiev, che ha riferito di aver abbattuto 409 droni e nove missili. A Dnipro un edificio civile è stato colpito da un drone, uccidendo tre persone e ferendone dodici, inclusi bambini. Tre vittime anche a Zaporizhzhia.
Diverse regioni hanno annunciato interruzioni di emergenza della corrente elettrica e della fornitura idrica. Anche a Kiev. La compagnia nazionale del gas ha segnalato danni ai suoi impianti di riscaldamento per i residenti, nel “nono grave attacco di questo tipo dall’inizio di ottobre”. Anche le reti ferroviarie hanno subito rallentamenti.
Mosca ha affermato di aver preso di mira “aziende all’interno del complesso militare-industriale ucraino e impianti di gas ed energia che supportano le loro operazioni”. Sul fronte di Pokrovsk i combattimenti all’interno della città si sono intensificati negli ultimi giorni, dopo che le truppe russe vi sono riuscite a infiltrarsi.
Zelensky ha elogiato la resistenza delle truppe aviotrasportate, ma la situazione sul terreno resta critica. “Siamo quasi circondati, ma ci siamo abituati”, hanno detto alla Cnn alcuni militari ucraini, riferendo che il nemico avanza con numeri così “elevati che gli operatori di droni semplicemente non riescono a tenere il passo. I russi spesso si muovono in gruppi di tre, contando sul fatto che se due verranno eliminati, uno riuscirà comunque a raggiungere la città e a stabilirvi un punto d’appoggio”.
Nella regione sarebbero 170mila i soldati russi schierati. Deepstate, la mappa open source della linea del fronte gestita dall’Ucraina, ha confermato l’avanzata russa, anche se le forze di difesa ancora non sono completamente isolate. Lo stesso vale per un altro fronte caldo, la città di Kupiansk, snodo ferroviario nel Kharkiv. Riguardo a Pokrovsk gli analisti ricordano che questa località ha perso da tempo la sua funzione di hub logistico ucraino nel Donbass, perché gli incessanti attacchi russi hanno costretto Kiev a trovare rotte di rifornimento alternativo.
La battaglia è diventata soprattutto simbolica: Vladimir Putin vuole conquistare la città e lo ha detto a più riprese, per ottenere una grande vittoria sul campo che manca dal 2023. Anche ad un costo altissimo in termini di vite umane tra le sue truppe. Nel frattempo in Russia è ricomparso Serghiei Lavrov, assente in un’importante seduta del Consiglio di Sicurezza nazionale mercoledì scorso, tanto da alimentare speculazioni sul fatto che fosse caduto in disgrazia.
“Mosca non ha ricevuto alcuna spiegazione da parte di Washington, attraverso i canali diplomatici, in merito alle dichiarazioni di Trump sulla ripresa dei test nucleari”, ha spiegato il longevo ministro degli Esteri in una dichiarazione ripresa dall’agenzia Tass. Il capo della diplomazia russa, che secondo alcune ricostruzioni giornalistiche sarebbe stato accusato dal Cremlino di aver fatto saltare con la sua “intransigenza” il vertice Putin-Trump a Budapest, ha glissato sulla sua assenza alla riunione del Consiglio di sicurezza. Limitandosi a riferire che le “istruzioni” date dal presidente in quella occasione, sulla risposta da dare ai test americani, “sono state recepite e sono in fase di elaborazione”.
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