E’ in arrivo un primo via libera Ue allo stop alle esenzioni doganali sui piccoli pacchi di provenienza extra europea. Sulla misura l’Italia è in pressing da tempo e domani i 27 ministri dell’Economia, riuniti all’Ecofin, dovrebbero dare il via libera politico all’abolizione della franchigia con l’obiettivo di mettere ordine nel diluvio di spedizioni di basso valore, spesso provenienti dalle grandi piattaforme di e-commerce cinesi.
La misura è caldeggiata da tempo dal nostro Paese con il ministro Giancarlo Giorgetti tra i primi a parlarne e che l’ha a più riprese spinta anche in diversi bilaterali. “Servono regole europee forti e veloci – ha detto anche oggi il ministro – per arginare l’aggressione extraeuropea che sta invadendo con prodotti a basso costo e senza rispetto delle regole il nostro mercato. L’auspicio è che domani i ministri trovino l’accordo non solo per approvare la direttiva ma anche per far anticipare la sua applicazione già a partire dal 2026”.
Sull’anticipo della misura, che attualmente prevede l’entrata in vigore nel 2028, punta anche la Francia con l’obiettivo di utilizzarla per la propria manovra finanziaria. E una scelta di questo tipo a livello Ue – spinta anche dal Mimit – potrebbe tornare utile per liberare risorse anche in Italia con possibili ricaschi anche sulla legge di bilancio con l’ipotesi non di un dazio ma di una eco-tassa di 2 euro sui pacchi sotto i due kg.
E’ infatti caccia alle risorse per la manovra. Visto che, alcune delle correzioni che vengono date per assodate hanno un peso considerevole, a partire dai dividendi. Misura quest’ultima che, secondo alcune ipotesi, potrebbe essere limata mantenendo l’aliquota invariata per le holding che investono almeno un milione.
Sempre in chiave di coperture, invece, secondo i rumors di maggioranza un’altra possibilità, caldeggiata in passato anche da Forza Italia, è quella di un intervento sulla tassazione dell’oro. Tecnici e parlamentari sono, dunque, al lavoro sulle correzioni ma con l’indicazione, arrivata ancora una volta dai piani alti di Palazzo Chigi e dal Tesoro, di puntare su poche richieste mirate e coperte. E, da questo punto di vista, anche la Lega sembra, in qualche modo, aver ridimensionato il tiro.
Nel “complesso – fa sapere il presidente dei senatori della Lega Massimiliano Romeo – la manovra è quella che è stata scritta, non ci saranno grandissimi cambiamenti in vista ma interventi puntuali per le forze politiche di governo. Fossi in voi non mi aspetterei rivoluzioni”. Tra i punti, elenca il parlamentare, dovrebbero esserci qualcosa sulla compensazione dei crediti e sugli affitti. Su questo secondo tema, accanto all’ipotesi di eliminazione tout court dell’innalzamento del balzello dal 21 al 26% si fa strada anche quello del compromesso al 23%. La Lega resta inoltre in pressing sulla rottamazione. Qualcosa, secondo fonti azzurre, potrebbe arrivare sulla rivalutazione dei beni patrimoniali.
Venerdì intanto c’è la prima scadenza per la presentazione degli emendamenti in commissione Bilancio al Senato. E, con tutta probabilità, sarà valanga visto che solo da M5s l’ipotesi è quella di presentarne oltre un migliaio. La data da segnare sul calendario è, però, quella del 18, quando scadrà il termine per gli emendamenti segnalati dai partiti: circa 400 in tutto.
In base alle indicazioni arrivati in commissione Fratelli d’Italia potrà presentare 123 emendamenti segnalati, la Lega 57, Forza Italia 39 e il gruppo che include Civici d’Italia-Udc-Noi Moderati-Maie-Centro popolare ne potrà mettere a punto 19. Tra i partiti di opposizione il Pd potrà presentare 70 proposte, il M5s 51, Italia Viva-Il centro-Renew Europe 19 e il Misto in tutto avrà 19 emendamenti da far valere; 17 la quota assegnata a Per le Autonomie. Il confronto nei partiti va avanti ed è possibile che la prossima settimana ci sia un nuovo vertice anche tra i leader della maggioranza, la premier e il ministro Giorgetti. Anche i ministeri sono al lavoro con l’indicazione che sarebbe arrivata dal titolare dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, che avrebbe scritto ai ministeri invitando a limitare le richieste.
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