Condannato l’ex sindaco di Accumoli per il crollo del campanile durante il terremoto – Notizie – Ansa.it

Condannato l’ex sindaco di Accumoli per il crollo del campanile durante il terremoto – Notizie – Ansa.it


 C’è un condannato per il crollo del campanile di Accumoli, centro in provincia di Rieti, avvenuto il 24 agosto del 2016 durante il terremoto, costato la vita ad un’intera famiglia. Lo hanno deciso i giudici dell’appello di Roma che hanno inflitto 8 mesi all’ex sindaco, Stefano Petrucci.

Per lui l’accusa è di disastro e crollo colposo mentre è caduto in prescrizione l’omicidio colposo. Condannati in solido al risarcimento del danno nei confronti delle parti civili, insieme a Petrucci, anche il Comune di Accumoli, il Dipartimento della Protezione civile e il ministero dell’Interno.

Dopo oltre sei ore di camera di consiglio i giudici della prima sezione hanno confermato l’assoluzione per Matteo Buzzi, direttore dei lavori di ristrutturazione del campanile. In primo grado i due erano stati assolti insieme altri cinque imputati per i quali non è stato fatto ricorso in appello.

A causa del crollo fu sterminata l’intera famiglia Tuccio. In quel drammatico giorno persero la vita la madre, il padre e due bambini piccoli. Morti, nel sonno, dopo che la scossa di terremoto, che proprio ad Accumoli aveva avuto il suo epicentro, aveva abbattuto la vela campanaria facendola piombare violentemente sul tetto dell’adiacente edificio e, dopo aver sfondato prima la copertura della casa canonica e altri due solai, fin dentro l’abitazione di proprietà del Comune dove abitavano, in affitto, i Tuccio.

Una montagna di macerie che non lasciò scampo ad Andrea Tuccio e a sua moglie Graziella Torroni, entrambi 34enni, e ai loro due bambini, Stefano di 8 e Riccardo di appena 9 mesi.
L’inchiesta della Procura di Rieti aveva concluso che l’antica torre campanaria, già danneggiata da due precedenti terremoti – quello della Valnerina del 1979 e quello de L’Aquila del 2009 – non era mai stata messa seriamente in sicurezza.

“Abbiamo avuto giustizia. Oggi posso dire che mio fratello è stato ucciso per colpa delle responsabilità. Il bicchiere è mezzo pieno – commenta Massimiliano Tuccio, fratello del capo famiglia -. Ora comunicherò la notizia ai miei genitori, non me l’aspettavo. Sono stati dieci anni di battaglie, ci dicevano che sarebbe stato un buco nell’acqua ma io ho sempre creduto alle responsabilità”.

Nell’ambito delle vicende giudiziarie legate al sisma di nove anni fa, nel febbraio del 2024 la Cassazione ha reso definitive le condanne per i crolli delle due palazzine ex Iacp (Ater) di piazza Sagnotti ad Amatrice. I giudici della quarta sezione penale hanno respinto o dichiarato inammissibili i ricorsi degli imputati e dei responsabili civili, Ater e Regione Lazio.
Confermata, quindi, la sentenza della Corte di Appello di Roma che aveva inflitto 9 anni di reclusione per Ottaviano Boni, all’epoca direttore tecnico dell’impresa costruttrice Sogeap, e a 5 anni Maurizio Scacchi, geometra della Regione Lazio-Genio Civile. 

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