“Un’ingiustizia di cui non sappiamo darci pace”. È passato un anno esatto da quando Alberto Trentini, il 46enne cooperante veneziano, è stato fermato in Venezuela e arrestato senza accuse né spiegazioni. Dopo 365 giorni “sono qui a esprimere indignazione. Per Alberto non si è fatto ciò che era doveroso fare” ha spiegato con la voce rotta la mamma, Armanda Colusso Trentini, durante una conferenza stampa a Palazzo Marino, la sede del Comune di Milano.
“Fino ad agosto il nostro governo non aveva avuto alcun contatto col governo venezuelano. Fino ad agosto – ha sottolineato -. E questo dimostra quanto poco si sono spesi per mio figlio. Sono stata troppo paziente ed educata ma ora la pazienza è finita”.
Alberto era in Venezuela per conto della Ong Humanity & Inclusion vicina alle persone con disabilità. Dal momento dell’arresto, per la sua famiglia è iniziato un incubo, dodici mesi tra speranze e notti insonni: “Alberto ci è mancato e ci manca ogni giorno. A mio figlio è stato tolto un anno di vita”.
Probabilmente, il Venezuela sperava in un segnale da parte del governo italiano per riconoscere la legittimità di quello di Maduro. Segnale che non è arrivato, eppure – grazie anche ai toni sempre diplomatici mantenuti dalla famiglia – qualcosa si stava muovendo, con la certezza che Alberto fosse ancora vivo seppur rinchiuso nel carcere duro di El Rodeo a Caracas , le prime telefonate e la prima visita consolare.
“Mi aveva rasserenata la stretta di mano del nostro presidente Sergio Mattarella del 19 ottobre scorso alla ministra dell’Istruzione venezuelana – ha detto la mamma – e il clima disteso e costruttivo con cui si erano tenute le celebrazioni per la canonizzazione dei due santi venezuelani a Roma”. La svolta, però, non è arrivata. Anzi, le cose si sono complicate con l’aumento della tensione fra Usa e Venezuela. Sicuramente, ha osservato l’avvocata Alessandra Ballerini, il mancato riconoscimento italiano della legittimità del governo Maduro “non ha reso fluidi i rapporti”.
Mentre i giorni passavano, alcune piste si dimostravano meno utili del previsto: “Si sono palesati dei negoziatori, un mix tra italiani e venezuelani – ha raccontato la legale -. Ma alla fine Alberto non è tornato. Probabilmente è stato millantato un potere che non c’era”. Ballerini si è rivolta al governo italiano per aprire un canale col Venezuela e “rassicurarli” che “se ci ridaranno Alberto non volteremo loro le spalle. L’Italia ripudia la guerra e non saremo favorevoli a un’invasione Usa”.
Video Un anno senza Alberto Trentini, l’appello della madre: ‘Alberto ha bisogno di voi’
A un anno dal suo arresto, dall’esecutivo italiano non arriva nessun commento. Un silenzio evidenziato dal Pd: “Il quadro geopolitico non può essere un alibi per non fare l’impossibile”.
A Milano, per Trentini, c’erano oggi fra gli altri i genitori di Giulio Regeni, quelli di Andrea Rocchelli, fotoreporter ucciso nel Donbass nel 2014, il sociologo Nando Dalla Chiesa, l’ex magistrato Gherardo Colombo Fabio Fazio. Tutti uniti dietro uno striscione che chiede la liberazione del cooperante. E l’appello: “Continuate a parlare di Alberto”.
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