Donna uccisa dal Novichok in Gran Bretagna, ‘il responsabile è Putin’ – Notizie – Ansa.it

Donna uccisa dal Novichok in Gran Bretagna, ‘il responsabile è Putin’ – Notizie – Ansa.it


Il presidente Vladimir Putin è “moralmente responsabile” per la morte di Dawn Sturgess, la donna 44enne unica vittima nella vicenda dell’attacco chimico avvenuto nella città di Salisbury nel marzo 2018 – secondo Londra con l’agente nervino Novichok – in cui venne preso di mira l’ex agente transfuga russo Sergei Skripal, già ufficiale del Gru, l’agenzia di intelligence militare di Mosca, riparato nel sud dell’Inghilterra.

È la conclusione contenuta nel rapporto della commissione d’inchiesta sul caso che già a suo tempo aveva scatenato uno scontro diplomatico tra Regno Unito e Russia e che ora sta facendo nuovamente salire la tensione fra i due Paesi. I risultati del lavoro di sette anni condotto dall’ex giudice Anthony Hughes hanno prodotto una serie di reazioni: il governo laburista del premier Keir Starmer non solo ha convocato l’ambasciatore russo a Londra, Andrei Kelin, per chiedergli conto dell'”attività ostile” da parte di Mosca, tuttora in corso secondo la nota del Foreign Office, ma ha anche annunciato un pacchetto di sanzioni per prendere di mira il Gru “nella sua interezza”.

Starmer ha usato parole durissime parlando di “disprezzo del Cremlino per le vite innocenti”. “Il Regno Unito si opporrà sempre al brutale regime di Putin e chiamerà la sua macchina omicida per quello che è”, ha aggiunto il primo ministro. Nel rapporto si afferma che l’ordine di colpire Skripal, scampato come anche la figlia Yulia al tentativo di avvelenamento, “deve essere stato autorizzato ai massimi livelli dal presidente Putin”. Si punta il dito, a livello operativo, sui due principali sospettati: Alexander Petrov e Ruslan Boshirov, ritenuti agenti del Gru.

La 44enne Sturgess era una donna inglese emarginata che trovando insieme al compagno in un parco un presunto campione avanzato di Novichok, imbottigliato come un falso profumo, se lo era spruzzato addosso, per morire nel luglio 2018 per le conseguenze dell’avvelenamento. L’inchiesta ha concluso che, nonostante alcune “mancanze” nella gestione della sicurezza di Skripal, non era “irragionevole” per l’intelligence britannica ritenere che non vi fosse un alto rischio di assassinio. Anche se, come sottolineano i media, ci sono una serie di domande a cui non è stata data risposta. A partire dal fatto che lo stesso Skripal si era limitato a far arrivare una dichiarazione scritta all’inchiesta: il presidente Hughes aveva negato non solo la sua convocazione e quella della figlia, ma anche qualsiasi intervento video dei due per ragioni di loro sicurezza e “privacy”.

Mentre da Mosca la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha bollato i risultati del rapporto come “favole di cattivo gusto” e chiesto dove Yulia Skripal e suo padre siano stati negli ultimi sette anni, oltre a condannare le sanzioni britanniche “illegittime”, con la Russia che si riserva il diritto di adottare misure di ritorsione.

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