Corpi spiaggiati in Colombia, forse vittime dei raid Usa – Notizie – Ansa.it

Corpi spiaggiati in Colombia, forse vittime dei raid Usa – Notizie – Ansa.it


Continua a salire la tensione nei Caraibi. Il ritrovamento di due corpi spiaggiati sulla costa colombiana di La Guajira rischia di acuire lo scontro tra Donald Trump e il presidente Gustavo Petro, voce apertamente critica ai bombardamenti statunitensi contro presunte imbarcazioni sospettate di narcotraffico. Operazioni che si inseriscono nella crescente pressione di Washington per accelerare il cambio di regime a Caracas.

Dopo un reportage televisivo, Petro ha chiesto all’Istituto di medicina legale di identificare “con urgenza” i corpi, ritenendo possibile il legame con uno degli almeno 21 raid ordinati da Trump da settembre, che hanno già causato oltre 80 morti. Nonostante le accuse di “esecuzioni extragiudiziali” e la denuncia presentata negli Stati Uniti dalla famiglia di un pescatore ucciso, Trump non arretra. Gli Usa continuano a rafforzare il dispositivo militare nei Caraibi, minacciando operazioni terrestri in Venezuela, autorizzando attività della Cia e dichiarando lo spazio aereo venezuelano “completamente chiuso”, misura che ha isolato il Paese e alimentato timori di escalation. Su questo punto arriva l’avvertimento di Brasilia.

Il consigliere per la politica estera del presidente Luiz Inácio Lula da Silva, Celso Amorim, ha avvertito che un intervento statunitense rischierebbe di “trascinare il Sud America in un conflitto in stile Vietnam”, compattando anche parte dell’opposizione attorno a Nicolás Maduro e trasformando la crisi in uno scenario “di portata globale”.

Mentre gli Usa mostrano i muscoli, altri Paesi lavorano al negoziato. L’ipotesi di un accordo non è esclusa. Le telefonate tra Trump e Maduro, il tentativo di mediazione dell’imprenditore brasiliano Joesley Batista e i contatti informali riportati dai media locali indicano la possibilità di una transizione concordata. In questo quadro, un ruolo cruciale potrebbe giocarlo Panama, alleato strategico di Washington. Il governo ha offerto la propria mediazione dichiarandosi pronto a concedere asilo temporaneo a membri della cerchia ristretta di Maduro.

Un’iniziativa che risponderebbe alle richieste di garanzie personali ed economiche avanzate dal presidente venezuelano in cambio del suo esilio. Il capo di stato panamense José Raúl Mulino sarà a Oslo al fianco della leader dell’opposizione venezuelana María Corina Machado, quando riceverà il Nobel per la Pace. Con lui i leader conservatori di Argentina, Ecuador e Paraguay, in un quadro che conferma il parziale allineamento regionale alla rinnovata dottrina Monroe annunciata da Trump.

Una combinazione – pressione militare, isolamento diplomatico di Caracas, nuove alleanze filo-statunitensi e centralità internazionale del “simbolo” Machado – che rende oggi più vicina che mai una possibile uscita di scena di Nicolás Maduro, in un modo o nell’altro. 
   

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