Ecco il film dello sprint finale che ha portato all’accordo tra Israele e Hamas sulla prima fase del piano Trump per Gaza, quella che porta al cessate il fuoco, alla liberazione degli ostaggi e al ritiro parziale dell’Idf dalla Striscia.
L’accelerazione è avvenuta nell’ultima parte della seconda giornata di colloqui a Sharm del Sheik, mercoledì 8 ottobre, con il sì finale di Hamas all’intesa e l’annuncio del presidente Usa nella notte sul suo social Truth.
Di seguito i passaggi cruciali (ora per ora in Italia):
* MERCOLEDÌ 8
– ORE 6. I capi negoziatori Usa Witkoff e Kushner arrivano in Egitto, a Sharm el Sheik. È il primo segnale che Israele e Hamas si stanno avvicinando ad un accordo.
– ORE 10. Hamas annuncia che le due parti si sono scambiate le liste dei prigionieri da rilasciare. Tutti parlano di ottimismo al tavolo dei negoziati, anche se resta il nodo su alcuni ergastolani che Israele non vuole liberare, a partire da Barghouti e Saadat.
– ORE 14. Arriva la notizia che Israele prepara la visita di Trump se l’accordo va in porto.
– ORE 19.30. Fonti vicine alla trattativa riferiscono di ulteriori progressi. Funzionari di Usa, Israele e Qatar prevedono l’intesa entro la fine della settimana
– ORE 21.30. Trump posta su Truth: “Andrò in Medio Oriente penso, forse sabato sera o domenica”.
– ORE 22.55. La svolta: Hamas accetta di liberare insieme tutti gli ostaggi vivi.
– ORE 23.30. Durante una tavola rotonda Rubio passa un biglietto a Trump riferendogli che l’accordo è vicinissimo e suggerendogli un post su Truth per dare per primo l’annuncio
* GIOVEDÌ 9
– ORE 00.25. Fonti vicine al negoziato dicono che Hamas ha accettato tutte le parti dell’accordo sulla prima fase del piano Usa.
– ORE 00.50. Trump annuncia la storica intesa su Truth.
Subito dopo la conferma di Hamas e del Qatar. La firma è attesa in mattinata e nel pomeriggio la ratifica del governo Netanyahu
– ORE 1.00. Esplode nella notte la festa per le strade della Striscia di Gaza e a Tel Aviv per la liberazione degli ostaggi
– ORE 1.55. Telefonata tra Trump e Netanyahu. Quest’ultimo invita il presidente Usa ad intervenire con un discorso alla Knesset.
