Allarme Fmi, debito Ue ‘esplosivo’ senza una svolta – Aziende – Ansa.it

Allarme Fmi, debito Ue ‘esplosivo’ senza una svolta – Aziende – Ansa.it


Senza una svolta, fatta di riforme concertate per rilanciare il mercato unico e misure nazionali per la crescita mantenendo il rigore sui conti, il debito europeo finisce su una “traiettoria esplosiva”. Perché i dazi di Trump iniziano a mordere e porteranno via mezzo punto di crescita del Pil in due anni, l’incertezza globale comincia a colpire i titoli pubblici e i Paesi danno priorità ad “angusti obiettivi nazionali” quando dovrebbero guardare a “obiettivi comuni”.

E’ l’allarme del Fondo monetario internazionale, mentre Bankitalia taglia le stime di crescita del Pil per il prossimo anno da +0,8% a +0,6% mantenendo lo 0,6% per il 2025: in linea con l’istituzione di Washington che si aspetta uno “0,6%, 0,7%” da qui al 2030 nonostante gli aiuti europei del Pnrr.

A parlare è il Regional Economic Outlook per l’Europa, un focus di 30 pagine presentato a Washington nel corso dei meetings del Fmi che fotografa il Vecchio Continente stretto fra Cina e dazi americani e con teatri di guerra ai confini. La spesa per il riarmo e il massiccio piano d’investimenti infrastrutturali in Germania aiuteranno, ma l’Europa è avviata verso “una prospettiva di crescita mediocre nel medio termine” con diversi shock che, pur “superati abilmente, stanno cominciando a lasciare una ferita”: “i dazi stanno iniziando a colpire e i prezzi dei titoli di stato prezzano rischi elevati in un’incertezza continua” creata dal nuovo contesto globale.

Con i partner europei distratti dalla ricerca di consenso nazionale piuttosto che intenti a tradurre in pratica le riforme necessarie evidenziate dai piani Draghi e Letta, “i piani ambiziosi rischiano di venire annacquati”. Il rischio “senza una risposta politica decisa” – avverte il Fmi – è che “la montagna di debito” di alcuni Paesi aumenti di fronte a pressioni di bilancio e a un “necessario, significativo” consolidamento: la stima sul quadro decennale è un 155% di Pil se ponderato per il Pil di ciascun Paese. I Paesi più indebitati, oltre alla Grecia, sono Italia e Francia, con la Germania avviata verso un aumento del suo passivo.

Il Fmi non fa nomi, chiede in generale di “agire, e farlo adesso”, come spiega durante una conferenza stampa il direttore del dipartimento europeo Alfred Kammer. Che anzi dà segnali di forte incoraggiamento a Roma: “abbiamo notato la sovra-performance notevole” sul deficit lo scorso anno, “anche quest’anno sarà migliore delle attese, è fantastico” anche se l’invito è a non abbassare la guardia: è “importante mettere i livelli del debito in Italia su una traiettoria discendente” e proseguire le riforme per la crescita anche dopo la scadenza del Pnrr nel 2026.

A specifica domanda, poi, Kammer spiega che il tema della perdita di potere d’acquisto e dei salari rimasti inchiodati ai livelli del 1990, in Italia, è legato alla bassa crescita e bassa produttività di capitale – male allocato – e lavoro che risente di poca innovazione. Ma la ricetta per migliorare le retribuzioni, per il Fmi, passa da una maggiore crescita.

Bankitalia, nel bollettino economico, spiega che dopo il secondo trimestre col Pil negativo l’economia dovrebbe tornare “ad aumentare debolmente nella seconda metà di quest’anno” dopo ma per l’anno prossimo peserà “soprattutto una più marcata perdita di competitività delle nostre esportazioni, che risentono dell’apprezzamento dell’euro nei confronti delle principali valute e di un’aliquota di base dei dazi statunitensi più elevata”. L’inflazione a +1,7% quest’anno, più del previsto per la fiammata dei prezzi alimentari, contribuisce alla “cautela delle famiglie per i consumi nel 2025” anche se, in prospettiva, i consumi rifletterebbero “maggiormente l’espansione del reddito disponibile”.

Fmi, sul deficit dall’Italia risultati ‘fantastici’

“Abbiamo notato la sovra-performance notevole dell’Italia sul deficit lo scorso anno, secondo i dati anche quest’anno sarà migliore delle attese, è fantastico”. Lo ha detto Alfred Kammer, direttore del dipartimento europeo del Fondo monetario internazionale, rispondendo a una domanda sull’Italia in conferenza stampa e riferendosi a una stima del Fmi di un deficit/Pil del 3,3% per il 2025. “Secondo le autorità italiane sarà del 3%, una volta aggiornate le nostre stime ci rifletteremo”, ha detto Kammer. 

“Sulle misure discusse nella legge di bilancio – ha detto Kammer – attualmente stiamo ancora attendendo i dettagli, ci esprimeremo più avanti, ma chiaramente è importante mettere i livelli del debito in Italia su una traiettoria discendente”. Per quest’anno “noi prevediamo 3,3%” sul rapporto deficit/Pil dell’Italia “secondo gli italiani sarà 3,0%. Quando aggiorneremo le nostre previsioni ne terremo conto e supportiamo gli sforzi dell’Italia: la cosa migliore per tutte le economie avanzate con alti debiti è spingere sul risanamento”, ha aggiunto.

L’esponente del Fmi si è poi soffermato sulla crescita: “è vero che la crescita italiana non è molto alta, stimiamo uno 0,6%, 0,7% da qui al 2030 e questo rende più difficile abbassare il livello del debito. SPeriamo che l’Italia continui ad adottare delle misure per aumentare la produttività e la crescita mantenendo il consolidamento di bilancio”.

Per il rilancio della crescita, “la chiave sono le riforme” – ha detto Kammer – il Pnrr è stato molto utile, la produttività è stata ben supportata” e il Fmi si augura “se le riforme continuano anche dopo la scadenza del Pnrr, ancora meglio”. Fra le riforme suggerite dal dirigente del Fmi, “la partecipazione al mercato del lavoro, in particolare femminile”, le competenze, affrontare il problema di “imprese piccole che rimangono piccole e non crescono abbastanza” e, a livello europeo, “integrare maggiormente il mercato comune europeo creando accesso” al mercato dei capitali. 

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