Chi ha spiato Cancellato? E’ scontro Paragon-Governo – Notizie – Ansa.it

Chi ha spiato Cancellato? E’ scontro Paragon-Governo – Notizie – Ansa.it


Governo e Parlamento italiano potevano sapere chi ha spiato il giornalista Francesco Cancellato ma hanno rifiutato l’aiuto offerto per scoprirlo da Paragon Solutions, che ha quindi rescisso il contratto con Roma. All’attacco dell’azienda israeliana fondata dall’ex premier Ehud Barak, rispondono duramente prima il Dis e poi anche il Copasir. Mentre esponenti dell’opposizione e Federazione nazionale della stampa insorgono contro l’Esecutivo che “cerca di nascondere la verità”.

Quanto al diretto interessato, il direttore di Fanpage afferma: “per scoprire chi mi ha spiato basta chiederlo ufficialmente a Paragon: che lo dicano una volta per tutte, che di bugie, omissioni, silenzi, opacità, in questa storia ne abbiamo già sentite abbastanza”. Non è servita dunque la relazione del Copasir di giovedì scorso a mettere un punto alla vicenda. Dal documento – stilato al termine di un ciclo di sopralluoghi e 8 audizioni, tra i quali anche rappresentanti della stessa Paragon – emerge che l’uso di Graphite da parte dell’intelligence italiana è avvenuto nel rispetto della legge.

Sono stati intercettati gli attivisti di Mediterranea saving humans, Luca Casarini e Giuseppe Caccia, nonché il portavoce di Refugees in Libya, David Yambio. Mentre Cancellato, si legge nella relazione, non risulta tra i sorvegliati. Eppure il giornalista ha ricevuto da Meta – attraverso Whatsapp – la notifica che il suo telefono era infettato da Graphite. Fatto poi confermato anche dagli esperti canadesi del Citizen Lab. L’ipotesi è che a usare lo spyware siano stati dunque “soggetti esteri” e non italiani. Roma potrebbe comunque risalire ai responsabili.

“L’azienda ha offerto sia al governo che al Parlamento italiano – afferma Paragon – un modo per determinare se il suo sistema fosse stato utilizzato contro il giornalista in violazione della legge italiana e dei termini contrattuali. Poiché le autorità italiane hanno scelto di non procedere con questa soluzione, Paragon ha risolto i suoi contratti in Italia”. Il Dis non ci sta. “Non è accettabile”, spiega, la proposta di “un’azienda privata e straniera, qual è Paragon, di installare un proprio software su server di strutture che si occupano della sicurezza nazionale”. Si tratta di “pratiche invasive” che “avrebbero severamente compromesso la reputazione delle Agenzie italiane ed esposto dati riservati”. Quanto al contratto, aggiunge, “non vi è mai stata rescissione unilaterale a seguito di presunte condotte illegali delle Agenzie di intelligence italiane”. Insorge anche il Copasir che, con una inusuale nota firmata all’unanimità da tutti i componenti, prende atto “con stupore” delle dichiarazioni di Paragon. E ricorda che nell’audizione dello scorso 9 aprile rappresentanti dell’azienda hanno affermato che essere certi che un’utenza è stata colpita da Graphite sarebbe stato necessaria un’interrogazione diretta del database dell’intelligence o, in alternativa, l’utilizzo del servizio offerto da Paragon. Due opzioni definite “come assolutamente equivalenti da parte degli auditi”.

E dunque il Copasir ha interrogato i database degli 007 dai quali non è emerso nulla su Cancellato. Ma si alza la polemica contro il governo. IL fondatore di Iv Matteo Renzi parla di “Watergate all’Italiana”: “lo spionaggio illegittimo di un giornalista che aveva fatto uno scoop contro il partito della premier pone all’attenzione dell’opinione pubblica italiana e internazionale una questione enorme che Giorgia Meloni e il suo fido sottosegretario Alfredo Mantovano stanno cercando di insabbiare in modo scandaloso”. Angelo Bonelli (Avs) chiede “perché il governo ha deciso di opporsi a un’operazione di verità? Perché questo aspetto cruciale non compare nella relazione del Copasir? Che cosa si vuole nascondere agli italiani?”. Per Francesco Silvestri (M5S) “il governo Meloni sta palesemente cercando di nascondere la verità sul caso”. La Federazione nazionale della stampa chiede di essere ricevuta dalla Procura di Roma cui ha presentato un esposto. L’appello di Paragon potrebbe interessare la Procura nazionale antimafia ed antiterrorismo, che coordina le indagini avviate da 5 procure dopo le denunce degli ‘spiati’. L’azienda si è detta “pronta a fornire assistenza in qualsiasi indagine, qualora le autorità italiane ne facciano richiesta ufficiale”. Si vedrà se i magistrati, a differenza del governo, riterranno di avvalersi del supporto di Paragon.

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