Il dispiegamento di “armi offensive” del Giappone sulle sue isole a sudovest “vicine alla regione cinese di Taiwan è un deliberato tentativo di creare tensione regionale e provocare uno scontro militare”. E’ il commento della portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning, secondo cui, oltre “agli errati commenti sulla questione di Taiwan” della premier nipponica Sanae Takaichi, è “uno sviluppo estremamente pericoloso”. Il ministro della Difesa giapponese Shinjiro Koizumi ha confermato domenica che i piani sui missili terra-aria a medio raggio sull’isola di Yonaguni, a soli 110 km da Taiwan, “procedono nei tempi previsti”.
La mossa di Tokyo “deve suscitare la massima attenzione da parte dei Paesi limitrofi e della comunità internazionale”, ha aggiunto Mao nel briefing quotidiano, mentre le tensioni sono al punto peggiore dal 2012, dallo scontro diplomatico sulla sovranità relativa alle isole disabitate Senkau/Diaoyu, amministrate dal Sol Levante, ma rivendicate da Pechino. “Le forze di destra in Giappone stanno conducendo il Paese e la regione verso il disastro”, ha rincarato la portavoce, assicurando che Pechino “è determinata e in grado di salvaguardare la propria sovranità territoriale nazionale”, ha aggiunto.
Le dichiarazioni di Mao giungono nel mezzo crisi diplomatica innescata da Takaichi secondo cui, in una sessione parlamentare del 7 novembre, un ipotetico attacco cinese a Taiwan, che la Cina rivendica sono suo territorio, potrebbe innescare una risposta militare di Tokyo.
Il Giappone punta a installare missili terra-aria potenziati a medio raggio Tipo 03, in grado di intercettare minacce balistiche, in base a quanto riferito dai media giapponesi, in linea con i piani sviluppati da Tokyo in risposta alle esercitazioni militari di Pechino a ampio raggio intorno a Taiwan che negli ultimi tre anni hanno visto il consistente coinvolgimento di vettori missili balistici. “Per proteggere in modo adeguato la popolazione, compresi gli abitanti di Yonaguni, è importante rafforzare le nostre capacità di difesa”, ha spiegato sul punto Koizumi, per il quale con lo schieramento dei missili “possiamo ridurre la possibilità di un attacco militare al nostro Paese”. Mentre l’opinione secondo cui il dispiegamento aumenterà le tensioni regionali “non è corretta”. I sistemi montati su camion possono colpire bersagli aerei fino a 48 km di distanza. Koizumi, a capo del ministero della Difesa da ottobre, ha aggiunto che il dinistero sta finalizzando il piano e informerà i funzionari e i residenti locali una volta completati i dettagli.
Secondo il quotidiano Nikkei, al primo segnale di attacco cinese a Taiwan, scatterebbero i piani per evacuare i residenti del Kyushu. Il Giappone intende inoltre costruire rifugi sotterranei nelle isole di sudovest per fornire fino a due settimane di protezione a quanti impossibilitati a evacuare immediatamente.
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