Tensione e cariche a Bologna, dove un corteo di collettivi vuole raggiungere la zona della fiera per contestare i ministri ospiti all’assemblea Anci. Al ponte di San Donato, la polizia in tenuta antisommossa ha bloccato il corteo a metà del ponte, impedendo il passaggio.
C’è stato qualche tafferuglio con i manifestanti che hanno provato a passare. La testa del corteo ha provato a sfondare, le forze dell’ordine hanno fatto retrocedere gli attivisti. Dopo una carica, i manifestanti hanno fronteggiato i poliziotti gridando “corteo, corteo”.
Al grido di “nessuno spazio a Bologna per i ministri di guerra e di genocidio” diverse centinaia di manifestanti si erano raccolti in presidio, a piazza Verdi a Bologna, iniziando a sfilare in protesta contro il governo, in occasione dell’Assemblea dell’Anci, in corso a BolognaFiere.
Presenti i collettivi Cambiare Rotta, il partito Potere al Popolo, Giovani comunisti, e diversi collettivi universitari, tra cui Osa. L’obiettivo, dicono i presenti tenendo strette in mano le bandiere che recitano lo slogan “no Meloni day” e “blocchiamo tutto per un mondo migliore”, è “procedere in corteo il più vicino possibile all’Anci, per fare ascoltare alle migliaia di sindaci e amministratori lì riuniti le nostre rivendicazioni”.
Diverse le forze dell’ordine dispiegate in giro per la città, soprattutto nella zona fieristica, dove saranno presenti diversi ministri, tra cui quello dell’Interno Matteo Piantedosi. Oggi, urlano ai megafoni i presenti, “è la giornata internazionale dello studente e ricordiamo che questo governo è non solo complice del genocidio a Gaza, investendo nel riarmo, ma anche responsabile di tagli, nella finanziaria, sul sociale, comparto scuola compresa”.
Per la prima volta da tantissimi anni, aggiungono, “ci saranno anche in Regione degli idonei non beneficiari di borse di studio, quindi l’Emilia-Romagna non garantirà tutte le borse di studio: mancano i fondi ministeriali, di cui Ergo ha notizie pur rimanendo in silenzio da mesi”.
Corteo dei collettivi autonomi a Roma, lancio di uova e vernice
Gli studenti in corteo a Roma per il ‘No Meloni Day’ sono arrivati davanti al ministero dell’Istruzione e del Merito dove poco prima i collettivi autonomi dei licei della città – che stanno manifestando separatamente e sono diretti all’ufficio scolastico regionale – hanno lanciato vernice rossa e uova.
Gli ingressi del Mim sono presidiati dal cordone delle forze dell’ordine in assetto antisommossa, gli studenti chiedono quindi di abbassare gli scudi perché è “una manifestazione pacifica”, sottolineano. “Ogni giorno è No Meloni Day”, la scritta poi su uno striscione. I ragazzi rilanciano lo sciopero generale del 28 novembre e la manifestazione del 29 novembre e chiedono “dimissioni”, al governo Meloni.
Gli studenti della Capitale si sono dati appuntamento a Piramide, da dove è partito il corteo per il “No Meloni day”, verso il ministero dell’Istruzione e del Merito, in viale di Trastevere. Una volta arrivati davanti al Mim, “chiederemo di essere ricevuti da Valditara, l’unico che non ci ha mai incontrato”, è la richiesta del coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti, Tommaso Martelli.
Mentre al megafono scandiscono: “continueremo a bloccare le strade contro questo governo”. Intorno, i cartelli preparati dalle altre organizzazioni studentesche che partecipano al corteo. “Soldi alla scuola non alla guerra”, scrivono i ragazzi di Osa. Vicino a un palo sono stati appoggiati i fantocci ripieni di carta con i volti della premier Meloni, della ministra Bernini e del senatore Gasparri.
“Contro la finanziaria di guerra vogliamo minimo 20 miliardi per università e ricerca”, si legge su un altro cartello di Cambiare Rotta. Tra i manifestanti anche i ragazzi di Fridays for future che tornano in piazza per il clima. Alle 10 è previsto anche un altro corteo organizzato dai collettivi autonomi che raggiungerà prima il ministero dell’Istruzione e poi l’ufficio scolastico regionale.
“Soldi alla scuola e non alla guerra. Cacciamo il governo” è uno degli striscioni mostrati dagli studenti. I manifestanti hanno anche bruciato con i fumogeni alcuni cartelli con le immagini delle svastiche e delle recenti aggressioni da parte di gruppi di estrema destra nelle scuole durante le occupazioni. Sopra le fotografie la scritta “bruciamo il fascismo, cacciamo il governo”.
Qualcuno, tra gli studenti, indossa maschere con il volto della premier Giorgia Meloni: sulla bocca dell’immagine di cartone una croce rossa, mentre sul capo un “fez fascista”, con il simbolo coperto dal logo di Fratelli d’Italia modificato in “Fratelli d’Israele”.
Tra gli striscioni anche quello che apre lo ‘spezzone’ di Osa e Cambiare Rotta con su scritto: “Blocchiamo Meloni, Valditara e fascisti”. In testa al corteo è invece il ‘lenzuolo’ verde di Fridays for Future con su scritto: “giustizia climatica ora! Contro il governo del riarmo”.
Tra le bandiere, oltre a quelle delle organizzazioni studentesche, anche quelle della Palestina.”Non pensiamo che la priorità degli studenti sia vietare il telefonino in classe, ma pensiamo sia investire in edilizia per poi andare in scuole sicure, pensiamo sia investire in diritto allo studio perché i costi dell’istruzione aumentano sempre di più e non c’è nessuna misura che riesca a contrastare questo fenomeno. Pensiamo si debba ripensare la didattica, la valutazione in senso più dialogico, più collaborativo e meno punitivo”, ha sottolineato Martelli.
Studenti con il bavaglio bianco davanti alla prefettura di Milano
Alcuni studenti del corteo dei Collettivi milanesi si sono messi davanti alle transenne presidiate dalle forze dell’ordine all’imbocco di via Monforte, dove ha sede la prefettura, con un bavaglio bianco alla bocca. “Non chiuderete la bocca alla nostra protesta”, hanno detto da un camion.
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