Elezioni nei Paesi Bassi, i liberali pro-Ue frenano il sovranista Wilders – Notizie – Ansa.it

Elezioni nei Paesi Bassi, i liberali pro-Ue frenano il sovranista Wilders – Notizie – Ansa.it


 Nelle ultime ore lo indicavano tutti come l’uomo della sorpresa e così è stato: l’astro nascente dei liberali europeisti D66, Rob Jetten, secondo i primi exit poll è il vincitore delle elezioni olandesi. Con 27 seggi stimati potrebbe segnare un inatteso sorpasso sull’ultradestra di Gert Wilders, ferma a 25 dopo mesi di dominio incontrastato nei sondaggi. Buona anche la performance dei liberali-conservatori del Vvd, il partito guidato un tempo da Mark Rutte, che guadagnano 23 seggi. Oltre al leader nazionalista c’è un altro grande sconfitto nel Paese dei tulipani: è il padre del Green Deal Franz Timmermans, a capo dell’alleanza tra laburisti e verdi che – stando ai primi dati – scenderebbe a venti seggi.

Franz Timmermans, a capo dell’alleanza tra laburisti e verdi nei Paesi Bassi si dimette da leader del partito GroenLinks-PvdA. Lo scrive l’agenzia olandese Anp. “Non sono riuscito a convincere abbastanza persone – ha dichiarato – mi dimetto dalla guida del partito”.

Nel quartier generale dei D66 a Leida i primi exit poll annunciati dalla tv olandese sono stati accolti con un boato. Il 38enne ex ministro per il Clima e l’Energia durante l’ultimo governo Rutte sembra così aver fatto breccia nell’elettorato liberal-progressista dopo una campagna elettorale molto tesa, segnata da un duro dibattito su migrazione, crisi abitativa e politiche ambientali. Con Jetten l’Olanda vedrebbe ritornare in testa alle preferenze degli elettori anche una formazione di chiaro stampo europeista: i D66 al Parlamento europeo militano nel gruppo Renew, proprio come l’altro partito liberale – più spostato a destra – dei Vvd.
“I Paesi Bassi sono uno dei Paesi fondatori dell’Ue, siamo orgogliosi di questa storia e ora vogliamo essere una voce guida nel plasmarne il futuro”, aveva auspicato Jetten in vista del voto. Ex promessa dell’atletica leggera, il leader dei D66 da giovane pacesetter alla campionessa olimpica Sifan Hassan: in questi mesi ha provato invece a dettare il ritmo della sfida all’ultradestra di Wilders, con una popolarità cresciuta anche grazie ai 930 minuti passati in televisione collezionati nelle ultime battute della corsa elettorale.

I D66 potrebbero guadagnare quindi 18 seggi rispetto alle ultime elezioni politiche. Sono dodici, invece, i seggi che perderebbe il Pvv di Wilders secondo i primi due exit poll. “Gli elettori si sono espressi. Speravamo in un risultato diverso, ma abbiamo mantenuto la nostra posizione”, si è affettato a scrivere il leader xenofobo rivendicando al tempo stesso un secondo posto che renderebbe il suo partito comunque “determinante”. Ma per l’alleato di Matteo Salvini in Europa, la strada per il governo sembra essere strettissima. Tutti i principali leader hanno già categoricamente escluso una possibile cooperazione con lui. A pesare la decisione dello stesso Wilders, a giugno, di staccare la spina al governo presieduto da Dick Schoof, di cui era il principale azionista.
La sua battaglia identitaria sembra quindi infrangersi contro una inversione di tendenza tra gli elettori olandesi che è destinata ad avere effetto anche nelle posizioni dell’Olanda nell’Ue.
Tutto si giocherà nei prossimi mesi al tavolo delle trattative per formare una coalizione moderata che potrebbe comunque includere l’alleanza tra laburisti e verdi guidata da Timmermans. L’ex commissario europeo, fino all’ultimo, ha tentato la risalita ma i primi dati raccontano che, lo scatto del “campo largo” a tinte olandesi, non è riuscito. L’alleanza, solo due settimane fa, era stata protagonista del congresso del Partito Socialista europeo. Le urne, tuttavia, confermano che per la formazione ecologista e di sinistra sarà necessaria una ulteriore riflessione.
Determinante per il prossimo governo potrebbe anche essere il centrista Henri Bontenbal, leader del partito Cda, che all’Eurocamera siede tra i Popolari. Diversi analisti, negli ultimi giorni, avevano scommesso su di lui. Quinto, dietro il gruppo di testa, Botenbal incarna il ritorno “alla normalità politica” dopo gli ultimi anni di polarizzazione: il suo slogan, “time for normal politics”, non ha però superato lo slancio del liberista Jetten. L’ultima volta, per formare l’esecutivo, sono serviti oltre duecento giorni di negoziati. L’attesa potrebbe anche questa volta essere lunga. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA



Source link