Esame e norme anti-maranza, stretta della Lega sulla cittadinanza – Notizie – Ansa.it

Esame e norme anti-maranza, stretta della Lega sulla cittadinanza – Notizie – Ansa.it


Un esame di integrazione per diventare italiani, tempi di residenza legale più lunghi per ottenere la cittadinanza e nuove cause che portano a revocarla: la Lega punta a una stretta sulla normativa, depositando alla Camera una proposta di legge più volte annunciata nei mesi scorsi, soprattutto dopo il referendum di giugno in cui è stata bocciata l’idea di dimezzare a 5 anni la residenza legale per fare richiesta.

“La cittadinanza è una cosa seria, e va trattata come tale!”, chiarisce con tanto di punto esclamativo Matteo Salvini, spiegando che oltre a “requisiti più stringenti”, il testo prevede “norme ‘anti-maranza’ e una stretta sui ricongiungimenti”.

Un’iniziativa che tra le opposizioni è contestata e anche fra gli alleati non tutti condividono, visto che già in estate c’erano state forti tensioni con Forza Italia, che invece sostiene la riforma dello Ius Scholae. I toni sono anche diversi da quelli usati sul tema dal ministro della Difesa Guido Crosetto in un’intervista ad Avvenire: “Dobbiamo offrire a uomini e donne del mondo, che vogliono esserlo veramente, la possibilità di diventare cittadini italiani. Penso al percorso per una cittadinanza che dia forza all’Italia. Il mio obiettivo è dare forza a chi ha cura e rispetto per l’Italia”.

I risultati del referendum di giugno sulla cittadinanza, “unitamente ai sondaggi e all’ascolto quotidiano dei cittadini nelle strade e nelle piazze, consentono di affermare che gli italiani considerano lo status di cittadino come un riconoscimento importante, da attribuire solo agli stranieri residenti nel territorio nazionale che dimostrino di meritarlo”, si afferma nella presentazione del testo, di cui è primo firmatario Jacopo Morrone, con il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari e i deputati Giorgia Andreuzza, Ingrid Bisa ed Elena Maccanti. Il testo, finalizzato a settembre, ora è depositato a Montecitorio e si attende di capire se e quando inizierà il suo inter parlamentare in commissione.

La Lega chiede che lo straniero nato in Italia, per diventare italiano a 18 anni, superi un esame (definito dal Viminale) sull’effettiva integrazione nonché la conoscenza delle regole sociali e giuridiche minime. Inoltre non deve avere condanne o procedimenti penali per delitti non colposi. Si prevede poi la revoca in caso di condanna definitiva oltre i 5 anni o superiore a 3 per reati di violenza di genere, stupro, maltrattamenti contro familiari e conviventi, stalking, revenge porn, nonché quelli cosiddetti “culturalmente motivati”, come la costrizione o induzione al matrimonio, le pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili o la tratta di esseri umani.

Il partito di Salvini propone di raddoppiare da 2 a 4 anni il periodo di residenza legale in Italia per minori, figli o discendenti di secondo grado di italiani, nonché per chi ha un genitore italiano per nascita, da 3 a 10 anni per stranieri nati in Italia, da 4 a 8 per cittadini Ue, e da 5 a 10 per apolidi.

Invece si propone di accorciare le procedure amministrative da 24 a 12 mesi (prorogabili fino a 24 anziché 36), e di ridurre da 10 a 2 anni il termine per l’adozione della revoca della cittadinanza, eliminando l’ipotesi di impossibilità di revoca se l’interessato non possiede o non può acquisire un’altra cittadinanza. Un “elemento che – spiega la Lega – rende di fatto attualmente inapplicabile la revoca nella maggioranza dei casi”.

Una stretta è prevista anche sui ricongiungimenti familiari, di fatto con l’esclusione di genitori a carico o over 65. Inoltre si chiede di aumentare il reddito minimo annuo per richiedere il ricongiungimento. Infine la Lega punta a estendere a ogni familiare da ricongiungere l’obbligo di assicurazione sanitaria.

Per Riccardo Magi (+Europa), “la legge italiana sulla cittadinanza è già molto restrittiva: la proposta della Lega non porterà maggiore sicurezza ma maggiore propaganda contro chi è un lavoratore regolare nel nostro Paese”. È solo “una crociata anti-migranti – attacca Filiberto Zaratti, di Avs – la stretta leghista produrrà solo più conflitti per la nostra società”. 

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