Donald Trump ha deciso chi sarà il prossimo presidente della Fed e lo annuncerà a breve, probabilmente prima della fine dell’anno. L’annuncio del tycoon piomba su una banca centrale spaccata su un prossimo taglio dei tassi in vista della riunione del 9 e 10 dicembre.
“So chi sceglierò”, ha detto Trump riferendosi a chi prenderà le redini di Jerome Powell, il cui mandato scade nel maggio del 2026. Il consigliere economico Kevin Hassett appare il favorito nella corsa: il presidente lo stima e con lui condivide la visione per una campagna aggressiva di tagli dei tassi di interesse.
Nei mesi scorsi Hassett aveva dichiarato che avrebbe accettato l’incarico se gli fosse stato proposto. Ma ora, con le intensificarsi delle indiscrezioni che lo indicano come favorito, prende le distanze. Il consigliere economico ha infatti liquidato le voci che si rincorrono come “rumors” pur notando come il mercato obbligazionario ha reagito positivamente all’imminente scelta di Trump con i rendimenti dei Treasury a 10 anni calati brevemente sotto il 4%. Un annuncio sul successore di Powell è atteso prima di Natale e chi sarà nominato dovrà essere confermato dal Senato.
Mentre la Casa Bianca guarda al dopo Powell, la Fed si interroga sulle prossime mosse. Al momento quattro membri del Fomc – i governatori Chris Waller, Stephen Miran e Michelle Bowman e il presidente della Fed di New York Joh Williams – appaiono i più aperti a una riduzione del costo del denaro la prossima settimana convinti che l’inflazione sia sotto controllo e che l’economia abbia bisogno di sostegno in seguito all’indebolimento del mercato del lavoro.
La mancanza di dati economici a causa dello shutdown e l’incertezza sui dazi rendono invece più scettici su un taglio cinque dei membri votanti della Fed (Susan Collins, Jeffrey Schmid, Austan Goolsbee. Alberto Musalem e Michael Barr). Non chiare invece le posizioni di Powell, della governatrice Lisa Cook e del vicepresidente Philip Jefferson: saranno a spostare l’ago della bilancia e determinare in quale direzione la Fed si muoverà fra le molte incognite esistenti, inclusa la decisione della Corte Suprema sui dazi di Trump.
Una eventuale bocciatura delle tariffe complicherebbe l’agenda del presidente, facendo venire a mancare le entrate necessarie per ridurre le tasse e il debito, penalizzando di fatto conti pubblici già sotto pressione. In attesa dei saggi, la Fed guarda avanti e Powell lavora a costruire un consenso in vista della prossima riunione in modo che la banca centrale non appaia troppo spaccata e non preoccupi i mercati.
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