L’ora esatta in cui è morta Chiara Poggi, uccisa in casa a Garlasco il 13 agosto 2007, è uno dei nodi chiave della consulenza affidata dalla procura di Pavia all’anatomopatologa Cristina Cattaneo, chiamata nella nuova inchiesta in cui è indagato Andrea Sempio, ad accertare le cause e la dinamica del suo omicidio esaminando autopsia e luogo del delitto.
Secondo quanto riporta il Giornale, i suoi accertamenti – per cui nei giorni scorsi ha sottoposto Sempio all’esame antropometrico – porterebbero a pensare che l’omicidio non sia avvenuto in una sola fase e Chiara abbia avuto il tempo di difendersi spostando in avanti l’ora del delitto fino alle 11 e non come ritenuto finora entro le 9:35. Orario che è stato uno degli elementi importanti per la condanna in via definitiva di Alberto Stasi.
In pratica, stando a queste ipotesi, spostando in avanti l’ora della morte, si scagionerebbe l’ex bocconiano che sta finendo di scontare 16 anni per l’omicidio della ragazza con cui era fidanzato.
Continuano intanto le polemiche su atti giudiziari e fughe di notizie. Anche oggi Domenico Aiello, legale dell’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, indagato a Brescia per corruzione perché secondo la procura avrebbe favorito l’archiviazione di Sempio nel 2017, ha detto che non c’è stata alcuna notifica di una nuova richiesta di materiale elettronico al suo assistito. “Tutti i media hanno ripreso una notizia falsa, anche i Tg, diffusa ad arte con consapevole certezza di pubblicare una menzogna” ha commentato, rincarando la dose dopo la lettera indirizzata ieri al ministro della Giustizia Carlo Nordio.
“Tutto appare surreale, kafkiano, istituti processuale secolari che presidiano libertà, garanzie e certezza del diritto, sospesi per alimentare una narrazione morbosa e di parte, una voglia insaziabile di prime pagine in assenza di indizi e di rispetto per le forme del processo” ha aggiunto.
La sua presa di posizione non è però piaciuta all’Anm di Brescia che ha parlato di “attacchi gratuiti e scomposti” e di un “esercizio intimidatorio del diritto di difesa”. “L’attività difensiva può anche comportare critiche, anche aspre, ai provvedimenti dell’autorità giudiziaria ma non può mai trasformarsi in una delegittimazione della funzione giudiziaria, tanto meno sulla base di mere illazioni, né nell’evocazione di forme di controllo politico sull’attività dei magistrati” ha scritto l’Anm in una nota di solidarietà ai colleghi, chiedendo anche agli organi di stampa di “rifuggire dal sensazionalismo”.
Ha criticato l'”ossessività mediatica” sul caso anche il presidente dell’Anm Cesare Parodi. “Non posso entrare nel merito della vicenda – ha detto il presidente nazionale dell’associazione magistrati – ma tutta una parte dell’informazione ha già risposte preconfezionate nonostante siamo ancora in una fase di indagine. Molti hanno già deciso che in tanti hanno sbagliato. Allo stato abbiamo una sentenza definitiva che non è stato oggetto di revisione e altre vicende che sono alle indagini preliminari. La spinta su questa vicenda non è un caso. Si vuole dare in pasto al pubblico televisivo qualcosa che stuzzica”.
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