La prossima manovra finanzierà interventi per un ammontare di circa 16 miliardi. E’ quanto si evince dal Documento programmatico di finanza pubblica. “Tenuto conto che la manovra dello scorso anno ha reso strutturali fondamentali misure quali quelle relative alla riduzione del carico fiscale sui redditi da lavoro, le missioni internazionali, il rinnovo dei contratti pubblici e ha finanziato, in misura rilevante, il livello del finanziamento del fondo sanitario nazionale e ha previsto la costituzione di fondi per gli investimenti e per la ricostruzione, la manovra 2026-2028 finanzierà interventi per un ammontare medio annuo di circa 0,7 punti percentuali di Pil”, si legge nel documento, un ammontare che equivale ad un livello appena superiore ai 16 miliardi di euro. “Concorrerà al finanziamento della manovra una combinazione di misure dal lato delle entrate e, per circa il 60 per cento, di interventi sulla spesa; questi ultimi tengono conto dell’andamento del monitoraggio e dei relativi cronoprogrammi di spesa”.
A contribuire alle coperture della prossima manovra ci sono anche circa 2,3 miliardi in deficit. E’ quanto emerge dalla differenza tra il valore dell’indebitamento 2026 tendenziale (cioè legislazione vigente) e quello programmatico (che tiene conto dell’effetto delle misure della manovra) fissati nel Documento programmatico di finanza pubblica. Il nuovo quadro dei conti pubblici fissa infatti il deficit tendenziale al 2,7% e quello programmatico al 2,8%, con una variazione di un decimale di punto.
“Con la manovra si darà luogo a una ricomposizione del prelievo fiscale, riducendo l’incidenza del carico sui redditi da lavoro, e si garantirà un ulteriore rifinanziamento del fondo sanitario nazionale. Inoltre, al fine di dare continuità agli interventi approvati dal Governo, saranno previste specifiche misure volte a stimolare gli investimenti delle imprese e a garantire la competitività”. Lo afferma il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nella relazione introduttiva al Dpfp che sottolinea come la stabilità politica del Paese rafforzi la resilienza economico ad eventuali shock.
Giorgetti ha sottolineato che l’aumento delle spese per la Difesa sarà graduale, per “non compromettere il consolidamento dei conti” e “non spiazzare altre componenti di spesa con impatto significativo sulla crescita potenziale del Paese”. Non ha nascosto il nodo del debito che è un “ostacolo da affrontare” che – ha accusato – è un’ “eredità di politiche economiche che per decenni hanno attribuito scarsa importanza a un uso accorto delle risorse pubbliche”.
“Nel presente Documento – afferma il ministro – gli obiettivi di spesa netta e di riduzione di deficit e debito enunciati nel Piano strutturale di bilancio e poi confermati nel Documento di finanza pubblica 2025 sono ancora una volta ribaditi, a conferma della tenacia e coerenza dimostrate da questo governo nel perseguimento del suo obiettivo di sostenibilità della finanza pubblica”
“Pur essendo l’Italia un Paese con una molteplicità indiscutibile di inestimabili risorse – dalla diversificazione produttiva, all’eccellenza qualitativa del Made in Italy, all’elevata ricchezza delle famiglie – un livello così elevato del rapporto debito/Pil, eredità di politiche economiche che per decenni hanno attribuito scarsa importanza a un uso accorto delle risorse pubbliche, costituisce un ostacolo allo sviluppo futuro del Paese e all’equità intergenerazionale, e deve essere affrontato per liberare spazi di manovra non solo per far fronte a eventuali nuovi shock in futuro, ma anche per rendere possibile il finanziamento di nuove priorità di politica economica”. Lo afferma il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nella relazione introduttiva al Dpfp.
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