Dietro il fisico scolpito e perfetto di molti tra i più famosi e quotati calciatori delle massime serie, in Italia e in Europa, c’è tanto esercizio fisico, ma c’è anche la bravura di chi ogni giorno mette sulle tavole di questi campioni piatti sani, genuini e gustosi, come lo chef privato Giorgio Barone.
Se lo hanno scelto per curare la loro alimentazione atleti del calibro di Cristiano Ronaldo, che per due anni nella Juventus lo ha voluto nella sua cucina, Benjamin Pavard, Luca Hernandez, Steven Jovetić, Kevin Prince Boateng, Alberto Aquilani, Gigi Buffon e tanti altri, vuol dire che la cucina di Barone ha lasciato il segno.
Classe 1974, nato a Roma da mamma sarda di Olbia, Barone è “un sardo doc”, come lui stesso ama definirsi. Un sardo, anzi meglio un gallurese, che ha fatto della sua passione per la cucina tradizionale e non solo il suo lavoro. Private chef, ossia chef privato a domicilio, si è affacciato al mondo della ristorazione diversi anni fa, dapprima gestendo alcuni locali molto in voga a Olbia, e poi approdando nelle ville più esclusive della Costa Smeralda in cui tutt’ora, durante la stagione estiva, lavora per molti proprietari di queste lussuose dimore. Ma l’incontro che gli ha fatto decisamente cambiare vita e gli ha fruttato il soprannome di “chef dei calciatori”, è stato quello con Kavin Prince Boateng, allora fidanzato e poi marito di Melissa Satta, con il quale ha intrapreso la sua fruttuosa carriera dietro i fornelli di cucine private.
“Ho lavorato per Boateng per quattro anni, curando l’alimentazione sua e quella della famiglia non solo durante la stagione di campionato, ma anche mentre si trovava in vacanza, spesso nella mia Sardegna – racconta all’ANSA Barone, che in questi giorni si trova a Riyad in Arabia Saudita, al lavoro per Theo Hernadez – Tra i calciatori di tutta Europa si è subito sparsa la voce e da quindici anni a questa parte giro il mondo occupandomi di preparare per loro dei piatti sani ed adeguati alla rigida dieta curata dai medici nutrizionisti dei loro club”.
Ma quando il campionato si chiude e le vacanze dei big del calcio arrivano, allora Barone può concedersi più fantasia in cucina e i calciatori qualche sgarro alimentare che sempre, o quasi, ha a che fare con piatti Made in Sardinia. Così nelle cucine dei campioni seguiti da Barone bollono in pentola i culurgiones e i ravioli di ricotta al sugo con pecorino sardo e basilico, o vengono fritte le tipiche Seadas servite con una colata di miele caldo rigorosamente dalla Sardegna. Oppure, in forno si cuoce il maialino da latte con foglie di mirto, e non manca lo spaghetto alle arselle con la bottarga grattugiata. Sono questi gli ‘sgarri’ che lo chef dei calciatori propone ai suoi committenti.
“Lavoro sette giorni su sette portando in tavola colazione, pranzo e cena. Tutto questo perché poi – confessa Barone – ho necessità di tornare nella mia Sardegna, di cui sento sempre una grande mancanza, per qualche settimana di fila. E d’estate i miei committenti sanno bene che io non posso non tornare in Costa Smeralda, dove lavoro nelle ville e dove ho avviato ora un’agenzia di giovani chef privati che indirizzo nelle varie case a seconda delle richieste che mi arrivano. Si tratta soprattutto di ragazzi sardi, tanti sono di Olbia e collaborano con me a Porto Cervo e Porto Rafael. In molti vogliono iniziare a cimentarsi in questo mercato del privato che ultimamente, specialmente all’estero, va tantissimo e in cui il guadagno è molto superiore rispetto al lavoro nei ristoranti”, precisa Barone che da Rijad conta le settimane che lo separano dal fare ritorno nella sua Sardegna.
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