“Inganno palese”, “pratica commerciale scorretta”. In attesa che la giustizia penale faccia il suo corso per Chiara Ferragni sul Pandoro-Gate, quella civile interviene da Torino sul comportamento della Balocco. La Corte di appello del capoluogo piemontese ha respinto il ricorso della storica azienda dolciaria di Cuneo contro la decisione con cui il tribunale, in primo grado, aveva accolto (sia pure solo parzialmente) l’istanza di azione inibitoria collettiva presentata da Codacons, Associazione utenti dei servizi radiotelevisivi e Adusbef.
Nel decreto firmato dai giudici della quinta sezione civile si fa riferimento alla sfilza di messaggi pubblicati su Instagram dalla Balocco per sostenere che la ditta, nell’annunciare la campagna di vendita dei pandori griffati Ferragni, non riportò informazioni corrette.
“E’ una batosta”, gongolano le associazioni dei consumatori. Ma è un punto di vista che la storica casa piemontese, assistita dagli avvocati Alessandra Bono e Alberto Improda, non intende accettare: “Prendiamo atto del decreto, che però è frutto di un’istruttoria sommaria e parziale che ricalca pedissequamente il contenuto della decisione dell’Agcm (l’autorità garante del mercato – ndr) già impugnata da Balocco davanti al Tar del Lazio. In ogni caso non è una condanna e non ha natura di giudicato: quindi ci riserviamo di chiederne la revoca o la modifica alla luce degli sviluppi presso le altre sedi competenti”.
Il Pink-Cristmas fu messo in commercio in occasione del Natale del 2022. I giudici rilevano che costava “circa 9,37 euro” a fronte del semplice Balocco con lo stesso peso e gli stessi ingredienti, che era venduto a “circa 3,68 euro”. La Corte sostiene che l’azienda ha “indotto i consumatori a credere che acquistandolo avrebbero contribuito proporzionalmente alla donazione in favore dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino” omettendo una informazione fondamentale: la donazione “era già effettuata in passato e in misura fissa”. “Sicché – osservano i magistrati – la quantità dei pandori venduti sarebbe stata irrilevante al fine di determinare l’entità” della somma destinata all’ospedale.
“Sul tema del prezzo del pandoro Pink Christmas brandizzato Chiara Ferragni e della presunta ingannevolezza della comunicazione – è la replica dell’azienda – il collegio di difesa di Balocco confida di provare nelle sedi competenti, attraverso evidenze a supporto, la correttezza dell’operato dell’azienda e l’infondatezza di ogni pregiudizio economico nei confronti dei consumatori”.
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