Gli aiuti alle imprese in un decreto, i nodi rinviati o spariti dalla manovra – Notizie – Ansa.it

Gli aiuti alle imprese in un decreto, i nodi rinviati o spariti dalla manovra – Notizie – Ansa.it


Un decreto legge per le misure perdute. Il governo prepara un provvedimento post-manovra in cui dovrebbero trovare spazio, in primis, alcuni importanti interventi immaginati per il sostegno alle imprese, ma sul tavolo potrebbe tornare anche la partita delle pensioni. Il decreto potrebbe quindi configurarsi come un contenitore di interventi rinviati, destinato a completare il mosaico della Legge di bilancio 2026.

    Il nuovo decreto approderà in cdm “probabilmente la settimana prossima”, ha detto il ministro dei rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. “È chiaro che c’è stata questa decisione perché la Lega ha posto un problema politico sulle coperture previdenziali, troveremo un’altra soluzione, salvaguardando non solo l’aspetto previdenziale che sta a cuore alla Lega, ma anche tutti gli altri aspetti che riguardano le imprese: imprenditori, tutta la parte transizione 5.0, Zes”, ha spiegato il ministro. Paradossalmente le misure che sono state tolte dalla manovra sono “avvantaggiate e non penalizzate”, ha sottolineato il capogruppo al Senato di Forza Italia, Maurizio Gasparri. Infatti con il decreto legge “entreranno in vigore 48 ore prima perché queste misure saranno in vigore dal momento del varo del decreto che sarà convertito entro 60 giorni”, ha spiegato il senatore forzista, ricordando che le misure della manovra avranno, invece, effetto dal primo gennaio 2026.

    Nel decreto in arrivo potrebbero esserci ulteriori risorse per il Piano casa, considerando che in manovra sono stati stanziati solo 10 milioni per il 2026. “Tutto quello che ci sarà eventualmente in più sarà in un decreto che dovrebbero fare entro fine anno”, ha detto il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, a margine dei lavori della commissione.
    Per certi versi la Legge di bilancio ha avuto un percorso piuttosto tormentato, con misure che sembravano pronte a entrare nel testo e poi sono state rielaborate, rinviate o cancellate, come in una “tela di Penelope” continuamente tessuta e disfatta.

    Oltre alla stretta sulle pensioni, dalla manovra sono saltate anche le norme sul Tfr per i nuovi assunti che ora, ad esempio, la segretaria della Cisl Daniela Fumarola chiede di reintrodurre a gran voce. La misura prevedeva l’adesione automatica alla previdenza complementare per i lavoratori dipendenti del settore privato di prima assunzione. Non è stata, poi, introdotta la nuova tassa diretta sulla vendita dell’oro. Le ipotesi di tassazione al 12,5% sui lingotti e monete da investimento sono state discusse, ma non sono entrate nel testo finale. Scomparse anche le nuove risorse per 1,3 miliardi per finanziare il credito d’imposta Transizione 4.0, i cui fondi sono andati esauriti.
    Via libera, invece, alla rottamazione quinquies come previsto dalla manovra, ma senza l’ampliamento chiesto dalla Lega. Che però incassa l’ok a una modifica dei tassi di interesse sulle rate: dal 4% scendono al 3%.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA



Source link