Con la tregua a Gaza che è ogni giorno più fragile, gli Stati Uniti stanno accelerando sulla creazione di una forza internazionale nella Striscia e avrebbero già presentato una bozza di risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Secondo quanto rivelato da Axios, il piano americano prevede il dispiegamento a Gaza di truppe provenienti da paesi arabi e musulmani come Indonesia, Azerbaigian, Egitto e Turchia fino alla fine del 2027, con la possibilità di allungare il mandato. La bozza presentata al Palazzo di Vetro sarà la base per i negoziati dei prossimi giorni tra i membri del Consiglio di sicurezza con l’obiettivo di votare per la creazione dell’International security force (Isf) nelle prossime settimane e inviare i primi soldati entro gennaio.
Il funzionario che ha parlato con Axios ha anche sottolineato che l’Isf sarà una “forza di controllo e non di peacekeeping” e sarà creata in collaborazione con il Consiglio di pace che Donald Trump dovrebbe presiedere. Tra i suoi compiti: proteggere i confini di Gaza con Israele ed Egitto, tutelare i civili e i corridoi umanitari e addestrare una nuova forza di polizia palestinese in collaborazione con Stati Uniti, Egitto e Giordania. Ma il passaggio più importante della bozza è forse quello nel quale si sottolinea che la forza internazionale “garantirà il processo di smilitarizzazione della Striscia di Gaza, impedendo la ricostruzione delle infrastrutture militari, terroristiche e offensive, nonché la dismissione permanente delle armi dei gruppi armati non statali”. Ciò suggerisce che il mandato dell’Isf preveda il disarmo di Hamas, qualora il gruppo o elementi al suo interno non lo facessero volontariamente.
L’International security force potrà, infine, assumere “compiti aggiuntivi che potrebbero essere necessari a sostegno dell’accordo di Gaza”.
Qualche giorno fa sempre Axios aveva rivelato il Comando centrale americano ha assunto la guida del piano. “Se non avremo una sicurezza e una governance affidabili a Gaza, accettate dagli israeliani, rimarremo bloccati in una situazione in cui Israele attaccherà di continuo”, ha spiegato una fonte coinvolta nella pianificazione. Intanto, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha messo in guardia contro le violazioni del cessate il fuoco. Parlando con i giornalisti a margine del Secondo Vertice Mondiale per lo Sviluppo Sociale a Doha, Guterres ha dichiarato di essere “profondamente preoccupato per le continue violazioni del tregua. Tutte le parti devono rispettare le decisioni della prima fase dell’accordo di pace”.
Sul terreno la situazione resta delicata. Secondo il ministero della Salute palestinese, governato da Hamas, nelle ultime 24 ore i corpi di quattro persone sono state trasportate negli ospedali di Gaza, tra cui uno recuperato da sotto le macerie. Dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, il 10 ottobre 2025, gli attacchi israeliani hanno ucciso un totale di 240 persone e ne hanno ferite 607, ha affermato il ministero.
Nel frattempo, Hamas riconsegnato a Israele il corpo di un ostaggio trovato durante degli scavi nel quartiere Shejaiya di Gaza City, “all’interno della Linea Gialla”, ovvero all’interno dell’area sotto il controllo israeliano.
L’ufficio del premier israeliano Benyamin Netanyahu ha dichiarato che a seguito del processo di identificazione medico-legale, il corpo restituito da Hamas appartiene al soldato dell’Idf israeliano-americano Itay Chen. Lo riporta Ynet. Chen era l’ultimo ostaggio ucciso rimasto nella Striscia di Gaza con cittadinanza Usa. Con il suo ritorno, i corpi di sette rapiti rimangono a Gaza, tra cui i resti di un soldato ucciso nella guerra tra Israele e Hamas del 2014.
Mentre continuano le provocazioni dei coloni israeliani: nella città di Aqraba, a sud di Nablus, hanno aggredito i contadini che raccoglievano le olive rubando i frutti del loro lavoro e un telefono cellulare appartenente a uno di loro. Si tratta, secondo la Commissione per la resistenza al muro e agli insediamenti dell’Anp, del 259esimo attacco contro i raccoglitori di olive dall’inizio della stagione, a inizio ottobre. A Gerusalemme, invece, 465 coloni si sono riversati nei cortili della Moschea di Al-Aqsa, effettuando visite guidate provocatorie e celebrando rituali talmudici.
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