Hamas ai mediatori: ‘Procedere sui restanti punti dell’accordo’ – Notizie – Ansa.it

Hamas ai mediatori: ‘Procedere sui restanti punti dell’accordo’ – Notizie – Ansa.it


Sotto la minaccia israeliana – e americana – di riprendere l’offensiva, Hamas ha diramato una nota ufficiale per ribadire il suo “impegno” a rispettare l’accordo di cessate il fuoco e restituire allo Stato ebraico i 19 corpi degli ostaggi che ancora mancano all’appello per concludere lo scambio di rapiti e prigionieri. Ma con la Striscia ridotta a un cumulo di macerie, i miliziani continuano a denunciare “enormi difficoltà” nel recupero dei restanti cadaveri da restituire allo Stato ebraico, sottolineando che “ci vorrà tempo” per ritrovarli nei tunnel distrutti dai raid e tra le rovine degli edifici bombardati e demoliti. 

Video Sa’ar: ‘Il valico di Rafah probabilmente aperto domenica’

Per accelerare questi sforzi, Ankara ha autorizzato una missione di 81 membri dell’Afad, l’agenzia turca per la gestione delle catastrofi, incaricati di localizzare i resti degli ostaggi. Ma la squadra “è attualmente in attesa al confine egiziano”: manca infatti l’autorizzazione del governo di Netanyahu per poter entrare nella Striscia e iniziare il lavoro, che secondo fonti di Hamas, prenderà il via al più tardi domenica.

“Israele ha preferito lavorare con una squadra del Qatar, ma speriamo che alla nostra delegazione venga concesso presto l’accesso”, ha sottolineato un funzionario turco, secondo cui la squadra dell’Afad ricercherà anche i corpi dei palestinesi, oltre a quelli degli ostaggi israeliani per i quali il lavoro resta arduo: i rapiti potrebbero essere stati infatti travestiti con abiti locali per eludere il rilevamento da parte dei droni israeliani, “complicando le operazioni di ricerca”.

Nel frattempo, Hamas vorrebbe accelerare sui prossimi passi e spinge sui mediatori di Egitto, Qatar e Turchia affinché “si dia seguito” all’attuazione delle restanti disposizioni dell’accordo con Israele. A partire dall’ingresso di aiuti a Gaza nelle quantità richieste, l’apertura del valico di Rafah in entrambe le direzioni e l’inizio della ricostruzione dell’enclave. Inoltre, ha sottolineato la necessità di completare la formazione del comitato di sostegno comunitario che dovrebbe iniziare a lavorare nell’amministrazione della Striscia. Non è dello stesso avviso il governo di Netanyahu, che non vuole offrire ulteriori concessioni ai miliziani palestinesi mentre le famiglie degli ostaggi chiedono al premier di non progredire nell’accordo finché tutti i corpi non saranno tornati a casa.

L’Idf – sostiene Channel 12 – si aspetta di ricevere altri corpi la prossima settimana. Ma intanto, lo Stato ebraico subisce la pressione di Washington che vorrebbe avviare la fase due dell’intesa: domenica, l’inviato Steve Witkoff è atteso in Medio Oriente, ha rivelato Axios. Gli Usa puntano ad accelerare sul disegno di un nuovo Medio Oriente ideato da Donald Trump: in questo senso, il tycoon ha affermato di aspettarsi presto un’estensione degli Accordi di Abramo, e spera che l’Arabia Saudita aderisca al patto che ha normalizzato le relazioni diplomatiche tra Israele e alcuni Stati arabi. E nel frattempo, secondo il Financial Times, Riad sta discutendo con l’amministrazione americana un accordo di difesa simile a quello siglato il mese scorso tra Stati Uniti e Qatar.

Con la fragile tregua legata al destino dei 19 cadaveri degli ostaggi israeliani, nella Striscia si respira una calma tesa mentre i gazawi guardano all’apertura del valico di Rafah, attesa per domenica e cruciale far entrare gli aiuti umanitari in quantità sufficienti a risollevare la drammatica situazione della popolazione. Secondo il Pam, circa 560 tonnellate di cibo sono arrivate nell’enclave ogni giorno dal cessate il fuoco. Ma “siamo ancora al di sotto del necessario”, ha sottolineato un portavoce dell’agenzia Onu che chiede l’apertura di tutti i valichi di frontiera per “inondare Gaza di cibo”.

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