Il governo lavora a un intervento sulle pensioni minime per tentare di portarle oltre i 621 euro. Oltre a confermare l’intervento del 2023-24 che le ha fatte arrivare quest’anno a 614,77 euro, secondo quanto si apprende, si potrebbe andare oltre dando in aggiunta alla rivalutazione rispetto all’inflazione che dovrebbe essere dell’1% un ulteriore incremento. Le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo Inps (598,61 euro) sono state aumentate del 2,7% nel 2024, fino a 614,77 euro ma questa misura è in scadenza e va confermata in modo che non si torni indietro. Ma oltre a questo ci potrebbe essere un nuovo minibonus.
Pensioni anticipate, si guarda ad incentivi per restare al lavoro
La decisione di restare al lavoro pur avendo i requisiti per l’accesso alla pensione anticipata chiedendo di avere in busta paga la propria quota di contributi (il 9,19% della retribuzione a carico del lavoratore) – il cosiddetto Bonus Maroni- nel 2024 è stata presa da poche centinaia di persone e il Governo sta studiando il modo di rendere questa possibilità più appetibile.
Secondo quanto si è appreso si ragiona sull’esenzione fiscale per questi contributi o sulla riduzione della tassazione (come è avvenuto per gli aumenti previsti dai contratti di secondo livello). Si potrebbe valutare anche il mantenimento della quota di pensione piena per chi decide di continuare a lavorare pur avendo la possibilità di andare in pensione, considerando per la parte in busta paga una contribuzione figurativa. Questa possibilità potrebbe essere estesa, oltre a chi ha i requisiti per Quota 103, anche a coloro che hanno maturato 42 anni e 10 mesi di contributi. Il bonus che prevede il versamento dei contributi in busta paga a fronte della rinuncia dell’accredito di quei contributi sul proprio montante sul quale sarà calcolata la pensione, introdotto per la prima volta dal ministro del Lavoro, Roberto Maroni nel 2004, nell’ultima edizione è stato poco chiesto per la scarsa convenienza sotto il profilo fiscale. Per il 2024 si può chiedere dal 2 agosto, dopo i 7 mesi previsti di finestra mobile per chi esce con Quota 103 (dal 2 ottobre per i lavoratori pubblici).
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