Imbattibili, le giovani calciatrici della Corea del Nord sono un caso – Calcio – Ansa.it

Imbattibili, le giovani calciatrici della Corea del Nord sono un caso – Calcio – Ansa.it


 Le “giovani tigri” della Corea del Nord sono per l’ennesima volta campionesse del mondo di calcio. La squadra Under 17 ha vinto la Coppa del Mondo, la seconda consecutiva delle quattro in bacheca, che fa il paio tra l’altro con il Mondiale Under 20 conquistato lo scorso anno dalle colleghe di poco più grandi che sono “ferme” a tre Mondiali.

 

Da un punto di vista calcistico, quindi, il trofeo vinto la scorsa settimana in Marocco con un sonoro ed esplicativo 3-0 contro le pari età del Belgio non è certo una novità; le favorite alla vigilia erano proprio le asiatiche mentre le europee erano chiamate all’impresa. In Marocco, le “tigri coreane” hanno subito solo tre gol in tutto il torneo mentre ne hanno segnati almeno tre in quattro partite. Le compagne U20 nel 2024 hanno battuto in finale l’Argentina 6-2, limitandosi a vincere per 1-0 le altre al Mondiale. Insomma, le nazionali coreane, a livello juniores, sono nettamente le più forti. Gli addetti ai lavori, quindi, non sono sorpresi ma continuano ad interrogarsi su questo mistero coreano. Com’è possibile che il regime di Pyongyang – alle prese con carestie, povertà, malnutrizione della popolazione – continui a sfornare campionesse? La risposta, secondo alcuni analisti, sarebbe proprio legata alla politica del governo nordcoreano: lo sport, come spesso accade nelle dittature, sarebbe usato come strumento di propaganda interna. Con gli attuali standard di controlli anti-doping è difficile immaginare che alle spalle ci sia l’uso di sostanze vietate sullo stille della vecchia DDR. Piuttosto la risposta sembra legata alla Pyongyang International Football School: un centro di allenamento nazionale dove le giovani coreane vengono selezionate, fatte crescere e istruite seguendo un approccio altamente disciplinato e scientifico. Inoltre, il regime ha scelto il settore femminile nel quale c’è meno concorrenza internazionale anche perché quasi tutte le altre Nazioni sono in ritardo di programmazione. Non è un caso, infatti, che i successi in campo femminile non trovino alcun riscontro in campo maschile. C’è un ulteriore dato interessante e che non riguarda solo il calcio: su 11 medaglie d’oro ottenute dalla Corea del Nord ai Giochi asiatici di Hangzhou in Cina nel 2023, ben 10 hanno premiato le donne.

 

Lo sport è un’arma interna del regime. A chi emerge nel calcio il governo prospetta la possibilità di vivere a Pyongyang, la capitale. Nel paese asiatico, infatti, la qualità della vita cambia molto tra Pyongyang, “coccolata” dal regime per apparire come una metropoli moderna, ed il resto del paese abbandonato al sottosviluppo ed alla sopravvivenza attraverso il lavoro agricolo. Non sarà “Fuga per la vittoria” ma la possibilità di cambiare vita è uno stimolo non da poco. Alcune giocatrici – come Yu Jong-hyang che ha vinto il titolo di capocannoniera della Coppa del Mondo Under 17 o Choe Il-son che ha trascinato alle vittorie della Coppa del Mondo sia la vecchia Under 17 che l’Under 20 del 2024 – potrebbero addirittura aspirare a giocare all’estero. Ma non tutto può essere politica. Il segreto della squadre nordcoreane è il pressing asfissiante. Talmente intenso che quello di Pep Guardiola o Antonio Conte potrebbe apparire rilassato: “Non ti lasciano respirare. E’ impossibile provare a ragionare che già ti aggrediscono e ripartono”, hanno spiegato spesso le avversarie travolte dall’arrembante gioco nordcoreano. Insomma in campo sempre in corsa, “tigri” all’inseguimento della vittoria e, magari, di un briciolo di libertà.
   

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