Scontri a fuoco nella notte e scambi di piccola artiglieria tra i militari di India e Pakistan lungo la Lac, il confine di fatto tra i due paese nel Kashmir: ne dà notizia l’esercito indiano, mentre non c’è conferma degli incidenti da parte delle autorità di Islamabad. La tensione tra i due paesi resta ai livelli più alti mai toccati negli ultimi decenni, dopo l’Operazione Sindoor, l’attacco missilistico condotto la notte precedente dall’India su nove siti in territorio pachistano, definiti da Delhi “campi di terroristi”. Ieri sera in un appello alla nazione il primo ministro pachistano Shehbaz Sharif ha detto che Islamabad “vendicherà” chi è stato ucciso dall’India. I morti accertati sinora su entrambi i lati della frontiera sono 43: Islamabad afferma che 31 civili sono rimasti uccisi dall’attacco indiano e dagli scontri lungo il confine, mentre New Delhi parla di almeno 12 vittime colpite dagli ordigni pachistani.
Sui social indiani corre l’interrogativo sull’abbattimento di jet da combattimento indiani, che sarebbero stati fatti precipitare ieri dal Pakistan in reazione all’Operazione Sindoor, l’attacco missilistico lanciato dall’India su nove siti pachistani. Mentre Islamabad ha affermato che il suo esercito avrebbe atterrato almeno cinque aerei indiani, New Delhi non ha espresso alcun commento ufficiale sulla notizia. Testimoni oculari indiani tuttavia hanno raccontato di avere visto a terra resti di almeno due aerei non identificati, uno nello stato del Punjab, l’altro in Kashmir. La Cnn cita una fonte dell’intelligence francese che conferma che il Pakistan avrebbe colpito un Rafale indiano; la Reuters e il New York Times citano ufficiali indiani che sostengono che sono almeno due gli aerei indiani che sono stati abbattuti mercoledì mattina. Oltre a rilanciare questa notizia, sui social indiani in molti affermano che ieri mattina sulla rete circolavano immagini di aerei abbattuti: immagini che sarebbero state poi rimosse nel corso della giornata.
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