“Il ladro di neve’ di Alice Hemming ha scalzato il classico ‘Il piccolo principe’ di Antoine de Saint Exupery nella classifica dei libri più donati alle scuole lo scorso anno grazie a #ioleggoperché”, il grande progetto sociale che ha trasformato il volto delle biblioteche scolastiche italiane, oggi protagonista del documentario “Leggere può cambiare tutto. Dieci anni di #ioleggoperché” realizzato dall’Associazione Italiana Editori (AIE) con il sostegno di Pirelli per celebrare gli oltre 3,7 milioni di libri donati a 28.000 scuole in tutta Italia, in un impegno lungo due lustri che ha coinvolto 4.000 librerie e più di 4 milioni di studenti.
Il documentario, della durata di circa 25 minuti, disponibile fino al 16 novembre in esclusiva su Rai Play, è stato presentato questa mattina a BookCity dai vertici di Aie, Pirelli e del festival del libro. “Spesso si dice che siamo ciò che mangiamo, ma pensiamo anche ciò che leggiamo, per questo – ha detto il presidente di Aie Innocenzo Cipolletta alla platea di studenti e insegnanti – la biblioteca scolastica è uno strumento di crescita. In 10 anni ne abbiamo raggiunte 28mila, nei prossimi 10 vorremmo completarle tutte e 50mila”. Un progetto non solo bello, ma necessario: “nella famiglie non ci sono libri, per i ragazzi – dice in apertura del documentario Sarah Macchiarella, docente della primaria Tito Speri di Milano – la scuola è l’unico posto dove poter soddisfare la loro fame di storie”.
Perché questa è la vera notizia, evidenziata dal documentario: dove arrivano i libri, dove si aprono nuove biblioteche, fioriscono passioni e iniziative, come quelle della Meucci di Castelfidardo, che ha lanciato una trasmissione radiofonica e un programma di videorecensioni, o il Galilei di Roma, dove si tengono corsi di scrittura creativa e la biblioteca è aperta al quartiere. Non a caso il ministro della Cultura Alessandro Giuli nel documentario dice che “educare i giovani alla lettura deve essere una priorità delle istituzioni tutte”.
Un concetto sottolineato anche dal ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara, per il quale le biblioteche scolastiche sono “anelli di una catena del sapere che devono stringersi sempre di più”. Per tessere legami capaci di durare nel tempo, come ha dimostrato una signora milanese che, alla morte della madre, ha svuotato la vetrina della libreria dei ragazzi per donarla alle scuole, in ricordo di una nonna che amava passare il tempo con i nipoti tra gli scaffali delle biblioteche.
“Per noi, il fatto che un bambino abbia potuto scoprire la lettura grazie a un libro arrivato nella sua scuola attraverso #ioleggoperché significa avergli aperto una porta sul futuro – ha concluso Cipolletta -. In questi dieci anni il progetto ha davvero contribuito a cambiare il modo di leggere nelle scuole: la lettura, che per molti ragazzi era un’esperienza privata, oggi è diventata un momento collettivo, condiviso, capace di unire e far crescere insieme studenti, insegnanti e comunità”.
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