Israele e Hamas firmano il piano di pace, l’annuncio di Trump – Medio Oriente – Ansa.it

Israele e Hamas firmano il piano di pace, l’annuncio di Trump – Medio Oriente – Ansa.it


“Sono molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi firmato la prima fase del nostro piano di pace. Ciò significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte e duratura”. Lo scrive Donald Trump su Truth.

“Tutte le parti saranno trattate equamente! Questo è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Stati Uniti d’America, e ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato con noi per rendere possibile questo evento storico e senza precedenti. benedetti gli operatori di pace!”.

L’accordo sul rilascio di tutti gli ostaggi e la fine della guerra a Gaza sarà firmato giovedì alle 12, (le 11 in Italia). Lo riferiscono le tv israeliane. 

 

 

La giornata di ieri:

Fonti di Hamas hanno riferito al quotidiano al-Mayadeen, affiliato a Hezbollah, che il movimento palestinese ha accettato un accordo di cessate il fuoco a Gaza, aggiungendo che verrà firmato giovedì in Egitto. Lo riporta il Times of Israel. 

Secondo funzionari israeliani, citati da Haaretz, l’accordo di cessate il fuoco a Gaza verrà firmato nelle prossime ore. “Ho sentito dire che è molto vicino. Le mappe del ritiro sono state aggiornate e Israele si ritirerà dalla maggior parte delle città tranne Rafah”, ha detto la fonte. Secondo il funzionario, le forze israeliane si ritireranno completamente da Gaza City. “La linea rossa sono quei detenuti palestinesi che hanno partecipato o pianificato l’attacco del 7 ottobre”, ha aggiunto senza rispondere sulla possibile presenza di Marwan Barghouti tra i prigionieri rilasciati. 

Nel biglietto che Marco Rubio ha passato al presidente Usa si chiedeva a Donald Trump di approvare il post su Truth Social sull’accordo a Gaza “così potrai annunciare l’accordo per primo”. Lo riporta Ap pubblicando il foglio della nota passata da Rubio con scritto in cima ‘molto vicino’. Il presidente ha risposto ok e poi ha chiuso la tavola rotonda.

Le famiglie degli ostaggi tenuti a Gaza attendono con ansia l’atteso post sui social media del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in cui dichiara un accordo per porre fine alla guerra tra Israele e Hamas. “È impossibile respirare”, twitta Yotam Cohen, fratello del soldato preso in ostaggio Nimrod Cohen.
Ditza Or, la madre del prigioniero Avinatan Or, condivide una citazione dal Libro di Isaia sull'”annuncio della pace, l’annuncio della buona novella, l’annuncio della salvezza”. Lo riporta il Times of Israel. 

I negoziatori in Egitto si abbracciano mentre attendono il post di Trump su Truth che annuncia la fine della guerra a Gaza. Lo scrive il corrispondente di Axios Barak Ravid su X postando un immagine dei negoziatori. 

I NEGOZIATI – Con l’arrivo a Sharm el Sheik dei due inviati del presidente Usa, il caponegoziatore israeliano, il premier qatarino, l’ufficialità della presenza del capo dell’intelligence turca, è entrato nella fase operativa il negoziato per l’accordo di pace a Gaza e la liberazione di tutti gli ostaggi.

Le dichiarazioni riportate dai media arabi sono positive, più caute ma comunque ottimiste quelle israeliane. Il notiziario del ben informato Channel 12 riferisce che i mediatori del Qatar ritengono che si possa raggiungere un accordo entro venerdì: l’obiettivo è annunciare l’accordo questa settimana e iniziare a liberare gli ostaggi la prossima settimana. E Donald Trump annuncia che forse domenica andrà in Medio Oriente, assicurando che i negoziati “vanno bene” e che “l’accordo è vicino”.

Secondo un funzionario della Casa Bianca si registrano “buoni progressi nei colloqui e un accordo potrebbe essere raggiunto entro pochi giorni”. Il ministro degli Esteri turco ha dichiarato che un cessate il fuoco potrebbe essere annunciato già mercoledì sera, ma i funzionari israeliani mettono in dubbio questa tempistica.

Nulla è ancora scontato. E dopo il primo round dei colloqui ora si entra nella fase delicata. A cominciare dallo scambio degli ostaggi e dei prigionieri israeliani trattenuti nelle celle israeliane. Le parti si sono scambiate le liste. E quella di Hamas, che chiede più dei 250 ergastolani previsti, conterebbe nomi – come quelli di Barghouti e Saadat – che per Israele restano una ‘linea rossa’. Con Netanyahu che, riferiscono i media, sarebbe intenzionato a porre un vero e proprio veto. Mentre Hamas avverte: “il destino di Barghouti resta assolutamente centrale in questi colloqui”,  ha dichiarato al Times of Israel una fonte vicina alla questione 

 

 

Resta anche il nodo del rilascio dei rapiti, soprattutto quelli ormai senza vita per i quali la fazione palestinese ha annunciato che ci vorrà molto tempo per rintracciarli.

Da sciogliere anche, dopo il raggiungimento della tregua e il rilascio dei rapiti, il nodo del disarmo e del ritiro dell’Idf. Punto quest’ultimo su cui Doha ha chiesto precise garanzie.

I mediatori restano comunque ottimisti e il presidente egiziano Sisi ha invitato Donald Trump al Cairo alla cerimonia della firma dell’accordo tra Israele e Hamas, nel caso in cui venisse siglato: “I colloqui a Sharm stanno procedendo positivamente. Invito il presidente statunitense a partecipare alla firma dell’accordo di cessate il fuoco qualora venisse raggiunto. Sarebbe meraviglioso averlo qui”.Nel frattempo il sito più letto in Israele, Ynet, rivela che le autorità di Gerusalemme si stanno preparando anche alla possibilità dell’arrivo di Trump in caso si raggiunga l’accordo. In serata l’apertura del presidente Usa.

Secondo una fonte della Casa Bianca a Politico, l’inviato Usa per il Medio Oriente e il consigliere (nonché genero di Trump), Steve Witkoff e Jared Kushner, prima di partire per l’Egitto hanno avuto un ‘incontro strategico’ con il presidente nello Studio Ovale. A Sharm el-Sheikh, dopo gli iniziali incontri ‘tecnici’, mercoledì hanno preso parte alle discussioni tutti i principali mediatori: Witkoff e Kushner per gli Usa, il capo della delegazione israeliana Ron Dermer, il primo ministro del Qatar Mohammed al-Thani, il direttore dell’intelligence turca (Mit) Ibrahim Kalin. Per Hamas ci sono Zaher Jabarin e Khalil al-Hayya.

 

 

Secondo fonti palestinesi, le divergenze riguardano in particolare le liste dei detenuti da includere nello scambio con i rapiti. L’organizzazione islamista ha incluso tra gli ergastolani da rilasciare i nomi dei cosiddetti ‘big seven’: Marwan Barghouti, Ahmed Saadat, Hassan Salameh Abdullah, Ibrahim Hamed, Abdullah Barghouti, Abbas al-Sayed, Nayef Barghouti.
Tutti hanno decine di pene a vita da scontare e altre centinaia di anni per reati legati al terrorismo. Il piano iniziale prevedeva il rilascio di 250 ergastolani (su 280 totali) e fino a 1.700 arrestati dopo il 7 ottobre 2023.

Hamas, si è appreso, avrebbe chiesto anche la restituzione dei corpi di Yahya e Muhammed Sinwar. Gerusalemme non è intenzionato a rilasciare neanche i miliziani della Nukhba di Hamas che hanno commesso il massacro due anni fa. Gli americani, dicono i media israeliani, sono determinati a non lasciare il tavolo dei negoziati fino alla firma dell’accordo.

 

Nel mezzo del cruciale negoziato a Sharm, a Gaza continuano i combattimenti tra i miliziani di Hamas e l’esercito israeliano Mercoledì pomeriggio l’Idf ha reso noto di aver eliminato numerosi terroristi che stavano attaccando le truppe e cercando di rapire i soldati in una postazione a Gaza city. E i media sauditi hanno affermato che la “pressione araba esercitata sulle parti é senza precedenti”. 

 

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