La piattaforma sulle liste d’attesa, a fine maggio l’accesso ai cittadini – Sanità – Ansa.it

La piattaforma sulle liste d’attesa, a fine maggio l’accesso ai cittadini – Sanità – Ansa.it


 Entro fine maggio, i cittadini potranno rendersi conto personalmente della situazione relativa alle liste di attesa nelle varie Regioni, semplicemente con un clic. Sarà infatti resa accessibile a tutti, almeno per alcune parti, la Piattaforma nazionale per le liste di attesa nella quale confluiscono i dati dai territori. E’ un ulteriore passo verso la “trasparenza”, ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci annunciando la novità, mentre continua il confronto con le Regioni sul nodo dei poteri sostitutivi che il ministero potrebbe esercitare in caso di inadempimenti nello smaltimento delle liste.

L’accessibilità alla Piattaforma permetterà ai cittadini di poter consultare i primi dati già a partire dalla fine di maggio: “Potranno così vedere quello accade in tempo reale”, ha sottolineato Schillaci rilevando che la Piattaforma digitale è “la parte più importante del decreto liste di attesa, perchè fornisce un quadro della situazione in tutte le regioni per poter poi intervenire”. Il sistema è già funzionante e le regioni stanno inviando i loro dati, che il ministero sta elaborando. “A breve – assicura Schillaci – avremo un quadro preciso di quello che avviene regione per regione per le varie prestazioni”.

Intanto, dopo la mancata intesa dello scorso aprile, ministero e Conferenza delle Regioni hanno previsto un mese di tempo per continuare il confronto per l’applicazione della legge sulle liste di attesa e sul mancato decreto attuativo sui poteri sostitutivi in capo al ministero. Schillaci è ottimista: “Troveremo sicuramente una soluzione. Continueremo ad avere una interlocuzione con le regioni – afferma -. La legge dove applicata sta dando risultati e questo è sotto gli occhi di tutti”. Il dialogo prosegue, dunque, ed il ministro annuncia che “a breve” vorrebbe incontrare “singolarmente i vari presidenti delle regioni per fare il punto con loro”. Il nodo resta quello dell’autonomia: Schillaci ribadisce che “la competenza della sanità è regionale da 24 anni, però – puntualizza – io rivendico per il ministero e per lo Stato la possibilità di intervenire laddove ci sono delle necessità o delle situazioni complesse”.
Questo, “non vuol dire nominare un commissario, ma vuol dire che se c’è una regione in difficoltà lo Stato la deve aiutare e questo con la massima collaborazione”. Insomma, è la lettura del ministro, “non si tratta di una contrapposizione tra Stato e regioni; al contrario, questo deve essere un lavoro di squadra per il bene dei cittadini”. E se alcune regioni non stanno al passo, “è un problema di organizzazione, quindi di manager nominati dalle stesse regioni e dalla politica”.
Sul dibattito pesano anche le parole della premier Giorgia Meloni che, nell’ultimo question time al Senato, ha sottolineato come il governo stanzia delle risorse che non gestisce, ma che gestiscono le regioni: “Gli italiani sappiano che abbiamo queste difficoltà perché altrimenti noi siamo semplicemente quelli che devono stanziare i soldi e essere responsabili di quello che non funziona”, ha detto. Affermazioni contestate dall’opposizione, con la capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braghi, che taccia Meloni di uno “inutile scaricabarile” invitandola a fare qualcosa per la sanità pubblica. La Lega, da parte sua, puntualizza: “Noi non daremo mai la colpa alle regioni ma pensiamo che le colpe vadano equamente distribuite e che le regioni spesso sopperiscono a mancanze del governo centrale”, dice Riccardo Molinari.
Critico anche il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, che riferendosi a Meloni commenta: “Chi parla di liste d’attesa in maniera disgiunta rispetto al Servizio sanitario, tendenzialmente non sa di cosa parla”. Si dice invece soddisfatto il presidente della regione Lazio Francesco Rocca: “Io guardo quello che succede nella mia regione. Quando sono arrivato, il rispetto medio dei tempi d’attesa era al 67%, oggi siamo al 96%. Possiamo andare orgogliosi del lavoro fatto”. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA



Source link