L’Abi: ‘Sulle banche la manovra pesa 9,6 miliardi, meno ricavi’ – Notizie – Ansa.it

L’Abi: ‘Sulle banche la manovra pesa 9,6 miliardi, meno ricavi’ – Notizie – Ansa.it


La Manovra approda in Senato e piovono le voci degli industriali, delle associazioni d’impresa e del mondo dei trasporti per “migliorarla” o “cambiarla” mentre dalle banche, le più colpite con un gettito aggiuntivo di 9,6 miliardi di euro, i toni sono stati cauti. Alla lunga serie di audizioni alla commissione bilancio, riunita al Senato sin dalla mattina, si è affiancata anche la voce, da un evento a Bergamo, del presidente di Confindustria Emanuele Orsini secondo cui “il margine” per cambiare la Manovra c’è “soprattutto perché la misura dell’iper e super ammortamento possa essere triennale”.

Chi ha evitato accenti polemici è stata l’Abi, oggetto nei giorni scorsi di ripetuti attacchi da parte della Lega che ha minacciato più volte di aumentare il contributo. Salvini, del resto, continua a chiedere “qualcosa in più…” e, se le banche lo facessero, sottolinea: “sarebbe un bel segnale”. Nell’attesa audizione serale il dg dell’Abi Marco Elio Rottigni ha fatto i conti sulle diverse misure previste della manovra che comporteranno un gettito aggiuntivo di 9,6 miliardi di euro in quattro anni ma anche mancati ricavi per la mancata liquidità che, impiegata senza sforzo in titoli di stato, renderebbe 800 milioni di euro fino al 2030. Un impatto che arriva in un contesto, ha puntualizzato, di incertezza e di tassi in calo e di margini per gli istituti in riduzione. Rottigni, cui sono stati concessi 5 minuti per le risposte dei parlamentari, ha voluto rimarcare come le banche avrebbero preferito un contributo come lo scorso anno di anticipo della liquidità senza impatti sul patrimonio.

Una speranza vanificata dall’arrivo di aumento delle aliquote Irap, differimento di deducibilità fiscale, e sblocco delle riserve. Si tratta di misure, che nei giorni scorsi, per il governatore della Banca d’Italia che ha così dato un sostenziale nulla osta, non hanno comunque impatti sulla stabilità finanziaria. Le banche, ha aggiunto Rottigni “ancora una volta appoggiano la situazione generale del paese” e sono ancora disponoibili al dialogo ma l’esborso sarà comunque a carico di tutto il comparto, anche delle piccole banche. Insieme alle banche l’altro nodo al centro del dibattito in questa manovra è quello degli affitti brevi. “Siamo molto preoccupati dall’innalzamento della cedolare secca sugli affitti brevi dal 21% al 26% perché non serve a nessuno”, ha detto Maurizio Pezzetta, vicepresidente nazionale di Fimaa, la Federazione italiana mediatori agenti d’affari in audizione al Senato sulla manovra.

“La carenza di immobili destinati alla locazione a medio e lungo termine non è riconducibile alla crescita degli affitti turistici” che sono “meno del 2% del totale delle abitazioni italiane”, ha sottolineato. Il nodo vero, per la federazione, è piuttosto quello delle case vuote e sfitte per “la fiscalità elevata o i contratti poco flessibili e i rischi di morosità”. Sempre in Senato dal mondo delle imprese sono stati auditi Conftrasporto, Confetra, Asstra, Confapi, Alleanza Coop, Confimi, Conflavoro Pmi, Federdistribuzione.

Tra i punti principali evidenziati dalle associazioni dei trasporti c’è quello di rivedere lo stop alle compensazioni dei crediti in manovra. L’introduzione del divieto di compensazione dei crediti d’imposta ai fini delle posizioni contributive e previdenziali è una “misura particolarmente critica per l’autotrasporto merci”. Infatti “le imprese utilizzano gli importi generati dal rimborso parziale delle accise per compensare i contributi Inps e Inail e il divieto che si intende imporre rischia di paralizzare l’operatività delle imprese”, ha spiegato Conftrasporto. Mentre Confetra chiede anche di “stabilizzare l’Ires premiale per le imprese virtuose”. Asstra ha espresso “preoccupazione per il definanziamento” al rinnovo del contratto Tpl. Confapi e Alleanza Coop hanno invece chiesto un pacchetto di misure per aiutare le imprese alle prese con i dazi. Temi che saranno anche al centro delle ‘audizioni ombra’ del Pd delle prossime ore e che vedranno mercoledì, i leader di Cisl e Uil, Confindustria giovedì e il martedì 11 la Cgil.

 

   

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