Cospirazionista, anti-migranti, influencer da 1,7 milioni di follower su X ma soprattutto consigliera super fidata di Donald Trump pur non avendo nessun ruolo ufficiale nell’amministrazione. La 31enne Laura Loomer, trumpiana di ferro ed ex candidata al Congresso americano nel 2020 e nel 2022, si è guadagnata la fiducia del presidente americano durante l’ultima campagna elettorale attaccando i suoi avversari – da Ron DeSantis a Kamala Harris – e accompagnandolo a diversi eventi, tanto da suscitare l’irritazione di alcuni membri del partito repubblicano, tra i quali la fedelissima Marjorie Taylor-Greene e il senatore Lindsey Graham.
Un rapporto così stretto quello con The Donald che le permette di entrare ed uscire dalla Studio Ovale e perfino di suggerire al tycoon chi cacciare dall’amministrazione, come pare sia accaduto in quest’ultimo caso, con i sei silurati dal Consiglio per la sicurezza nazionale. E come è stato qualche mese fa quando il commander-in-chief ha deciso di togliere la scorta ad Hunter e Ashley Biden dopo che l’influencer aveva postato delle foto del figlio dell’ex presidente democratico in vacanza in Sud Africa con le sue body guard.
Originaria dell’Arizona, Loomer si definisce una “giornalista d’inchiesta” ed è salita alle cronache negli anni scorsi per le sue posizioni controverse e le sue dichiarazioni azzardate. Ad esempio, ha definito l’islam un “cancro”, ha accusato la moglie di De Santis di aver “esagerato” il suo tumore al seno, ha insinuato che Joe Biden fosse dietro al tentato assassinio di Trump e, la più famosa delle sue sparate, che gli attacchi dell’11 settembre non fossero altro che una “macchinazione interna”. Oltre ad aver insultato Harris sostenendo che se avesse vinto le scorse elezioni “la Casa Bianca avrebbe puzzato di curry” e sarebbe “somigliata ad un call center”. Un insulto razzista e biecamente stereotipato contro le radici indiane dell’ex vice presidente dem. Per questo e altro è stata bandita da Facebook e su Instagram ha solo 4.000 follower e due post all’attivo ma è invece assai popolare su X e Rumble, una piattaforma nota per dare spazio a personaggi di estrema destra, con il suo podcast ‘Loomer unleashed’, letteralmente “senza guinzaglio” ovvero senza freni.
A parte le sue uscite pubbliche la Loomer resta un mistero, nel senso che nessuno, sia nell’inner circle di Trump che nel partito, riesce a spiegarsi come sia diventata una presenza sempre più costante accanto al presidente, a Mar-a-Lago come a Washington. “È stato un onore incontrare il presidente e presentargli le mie conclusioni, continuerò a lavorare sodo per supportare il suo programma e continuerò a ribadire l’importanza di un controllo rigoroso, per proteggere lui e la nostra sicurezza nazionale”, ha dichiarato giovedì dopo il suo colloquio privato con il presidente rivendicando poi di aver “segnalato” le persone cacciate perché “sleali”.
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