Leonardo punta ad un “salto di qualità” nel mercato degli Emirati Arabi, con l’obiettivo si sviluppare una presenza industriale, con alleanze locali, dopo oltre trent’anni di presenza fino ad oggi solo commerciale. La società dell’aerospazio, difesa e sicurezza è presente all’Airshow di Dubai, in un “mercato fondamentale per la strategia internazionale di Leonardo”, dove – in un colloquio con l’ANSA – il co-general manager business, Carlo Gualdaroni, evidenzia la svolta. “Abbiamo una presenza storica che ha sempre trattato sia elicotteri che sistemi di combattimento navale che elettronica, alcuni dei pilastri fondamentali della nostra azienda. Ora dobbiamo fare il salto di qualità: consiste nel trasformare la nostra presenza commerciale in una presenza industriale”.
La strategia è quella di crescere con partner locali.
“Lavoriamo per sviluppare delle sinergie industriali. Lo abbiamo fatto in Europa con le alleanze, che avete visto, con Baykar sui droni, con Thales e Airbus per lo spazio, con Rheinmetall sul land”, blindati e carri armati; “Vogliamo farlo anche qui sull’elettronica e sull’aeronautica”.
L’azienda italiana cresce in un mercato, gli Emirati, che solo nella difesa ha un budget annuale salito a 30 miliardi di dollari l’anno. E’ il terzo mercato per export, esclusi i mercati domestici. Quello degli elicotteri è uno dei settori di punta, con oltre 100 elicotteri operativi, civili e militari. Altro ambito di forza è il navale, con sistemi di elettronica o di difesa a bordo di circa 45 navi. Poi l’elettronica, guardando anche in prospettiva a difesa aerea, cyber, high performance computing, spazio. La strategia, puntando a nuovi ambiti di business, – come emerge dalla presenza in questi giorni a Dubai – è quella di sviluppare tecnologie proprietarie creando “alleanze locali” che possano poi servire anche come testa di ponte per esportare in altri mercati dove Leonardo non è ancora presente o rafforzare la penetrazione nei mercati dove è già presente. Ci sono discussioni in stato avanzato su tecnologie mirate, di interesse comune, puntando sugli spazi di crescita nel mercato ma anche sulle forti capacità di investimento degli Emirati.
E’ una partita che si gioca anche sul fronte della formazione. Una presenza industriale “non può prescindere da un investimento nelle risorse emiratine. Abbiamo – indica ancora Gualdaroni – in programma di assumere, di formare un certo numero di ingegneri di questo Paese nelle nostre fabbriche in Italia, poi riportarli qui per costituire la base industriale su cui sviluppare la nostra presenza in quest’area”.
L’Airshow di Dubai si conferma un momento chiave per avere il polso di questo mercato: quest’anno con oltre 1.500 espositori tra cui 440 aziende che partecipano per la prima volta. 490 delegazioni militari e civili provenienti da 115 Paesi, 21 i padiglioni nazionali con la prima partecipazione del Regno del Marocco. 98 ‘chalet’ delle aziende, oltre 120 startup e 50 investitori.
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