Berlino prende posizione, dopo il blitz della scorsa settimana di Unicredit diventata con il 9% il secondo azionista in Commerzbank. Il governo tedesco decide, con un colpo di scena, di non vendere, per il momento, altre quote del pacchetto del 12% che ha nell’istituto tedesco.
“La strategia della banca è orientata all’indipendenza” e “il governo federale la accompagnerà fino a nuovo avviso mantenendo la sua partecipazione azionaria”, scrive l’agenzia finanziaria tedesca che amministra il Fondo di stabilità.
La mossa della Cancelleria va incontro alle richieste del sindacato dei Verdi, che chiedevano di non vendere e di preservare l’indipendenza dell’istituto. Così come rassicura i dipendenti preoccupati per le ricadute occupazionali.
“Temiamo che per i due terzi ci possano essere licenziamenti, come è avvenuto per HVb”, è stato l”allarme lanciato dal presidente del coordinamento sindacale aziendale Uwe Tschaege che è anche vice presidente del Consiglio di sorveglianza della banca. Si fanno però ancora più evidenti le fratture all’interno della coalizione di Scholz con con il ministro delle Finanze, Christian Lindner, esponente dei Liberali Democratic, che ha difeso la vendita del pacchetto del 4,5% sostenendo che era il momento giusto per iniziare il processo di uscita. Una posizione in contrasto con la decisione dell’esecutivo di avviare una indagine interna.
Sotto esame è stata messa la sequenza di eventi che hanno portato alla vendita delle azioni anche per capire perché nessuno dei soggetti coinvolti abbia previsto la possibilità che un unico investitore acquisisse l’intera tranche. Così come è avvenuto da parte di Unicredit che resta alla finestra ed è pronta a dialogare con Commerz e il cfo, Bettina Orlopp in pole anche per succedere all’attuale ceo Manfred Knof. La strada sembra ora ancora più stretta per Orcel, anche se le alternative non mancano. Una scalata, il gruppo di Piazza Gae Aulenti, la può costruire comprando sul mercato.
Se il clima, almeno in Germania, era già incandescente si preannunciano settimane ancora più calde. Già a partire dalla prossima con la riunione strategica dei consigli di gestione e sorveglianza di Commerz. Mentre il giorno dopo una commissione parlamentare esaminerà la vendita dell’ultima quota dopo la richiesta al ministero delle Finanze di fornire informazioni sul modo in cui il collocamento è stato gestito.
Unicredit dalla sua sembra avere la Bce che è a favore delle fusioni transfrontaliere come ha ribadito il ivice presidente, Luis de Guindos. Resta il fattore tempo che è “essenziale – scrivono gli analisti di Mediobanca Securities – per capitalizzare il messaggio di sostegno dato dal mercato alla mossa finora effettuata e per sfruttare una sorta di vantaggio del primo arrivato”. Sempre che dietro l’angolo non spunti Deutsche Bank.
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