Un grande quadro di Henry Magritte in impeccabili condizioni è stato battuto all’asta per oltre 121 milioni di dollari, un record per il pittore e per ogni altro artista del Surrealismo nel centenario del movimento tenuto a battesimo nel 1924 con il Manifesto di André Breton.
Ci sono voluti dieci minuti al rallentatore per arrivare al prezzo finale che include i diritti d’asta. Il quadro ‘L’Empire des lumières’ faceva parte della collezione della interior designer e filantropa Mica Ertegun, di cui Christie’s aveva ottenuto l’esclusiva. Nel 2022 un’altra versione dell’enigmatico paesaggio notturno sotto un cielo illuminato a giorno, era passata di mano per 79,4 milioni di dollari, il record precedente per Magritte.
Stavolta una garanzia esterna da 95 milioni di dollari aveva assicurato che il quadro non sarebbe andato invenduto. Con il risultato al di sopra delle aspettative, l’artista belga entra nel rarefatto club dei cento milioni di dollari di cui fanno parte altri pesi massimi tra cui Leonardo da Vinci, Gustav Klimt, Amedeo Modigliani, Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, Francis Bacon e Pablo Picasso, quest’ultimo che ha superato sei volte il target dei cento milioni, non raggiunto finora da nessun artista in vita. Il quadro della collezione Ertegun è uno dei più grandi delle 17 versioni di questo soggetto che Magritte dipinse a olio, il più famoso e monumentale dei quali è al Guggenheim di Venezia.
L’esemplare andato all’asta ieri, l’unico che include nella scena uno specchio d’acqua davanti alla casa al centro, è leggermente più piccolo del quadro veneziano, ma secondo Paolo Vedovi, un gallerista di Bruxelles specializzato in arte del Novecento, “probabilmente il migliore” dell’intera serie. La Ertegun lo comprò privatamente nel 1968 e per anni il quadro fece da sfondo ai ricevimenti offerti dalla collezionista: “È un miracolo che sia in condizioni impeccabili”, ha commentato Max Carter, un vice-presidente di Christie’s. Il successo del Magritte e del resto della collezione Ertegun (183,9 milioni di dollari contro i 140 della stima iniziale e tutti e 19 i lotti venduti) ha dissipato i timori del mercato dopo due anni di sessioni in declino.
Un’altra opera venduta al rialzo nel corso della serata è stata il grande “Standard Station, Ten-Cent Western Being Torn in Half” di Ed Ruscha del 1964: offerto dal miliardario del petrolio Sid Bass e recentemente esposto al MoMA, è stato battuto per 68,2 milioni di dollari, un record per l’artista ottuagenario e oltre il 25 per cento sopra la stima di partenza. Lunedì poi da Sotheby’s un quadro di ninfee di Claude Monet ha raggiunto i 65,5 milioni di dollari mentre la serigrafia di Andy Warhol della Trump Tower appena costruita ha quasi raddoppiato la stima da 500 a 952mila dollari. Le aste di Sotheby’s proseguono stasera: la banana appiccicata al muro (Comedian) di Maurizio Cattelan ha una stima di partenza di almeno un milione di dollari e accetta puntate in criptovalute.
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