Il Documento programmatico di bilancio, dalle pensioni all’Irpef: le misure
Pubblicato giovedì mattina il Documento programmatico di bilancio 2026 inviato dal ministero dell’Economia alla Commissione Ue e al Parlamento italiano. Dall’età pensionabile, alle banche, all’Irpef, sono numerose le misure previste. Il Dpb prevede che nella manovra il governo sterilizzerà l’aumento dell’età pensionabile solo per i lavori gravosi e usuranti. “Con riferimento alle pensioni, nel biennio 2027-2028, si conferma, ad esclusione dei lavori gravosi e usuranti, l’aumento graduale dei requisiti di accesso al pensionamento connessi all’adeguamento all’aspettativa di vita”, si legge.
Per le pensioni 460 milioni nel 2026, 1,8 miliardi nel 2027
La spesa per le pensioni prevista nelle tabelle del Documento programmatico di bilancio ammonta nel 2026 a 460 milioni di euro (pari allo 0,02% del Pil). L’anno prossimo si ipotizza infatti un proseguimento di Opzione donna, Ape sociale e Quota 103, meccanismi che hanno un tiraggio di risorse limitato. Guardando al triennio di programmazione della manovra, l’importo sale invece notevolmente, a oltre 1,8 miliardi di euro (pari allo 0,08% del Pil) nel 2027, anno in cui è previsto l’adeguamento all’aspettativa di vita e andrà quindi sterilizzato l’aumento dell’età pensionabile per i lavori gravosi e usuranti. Nel 2028 si scende poi di nuovo, a 1,2 miliardi (0,05% del Pil).
Taglio Irpef limitato per i redditi più alti
I benefici del taglio dell’Irpef previsto in manovra saranno limitati per i redditi più alti, secondo quanto prevede il Documento. “In materia di fisco, – si legge – prosegue il percorso di riduzione della tassazione sui redditi da lavoro che il Governo sta portando avanti dall’inizio della legislatura. In particolare, la manovra riduce la seconda aliquota Irpef che, dall’attuale 35 per cento passa al 33 per cento, limitando i benefici per i redditi più alti”.
Risorse per caregiver e lavoratrici con almeno 2 figli
Il finanziamento della riforma sul ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare, il potenziamento per il 2026 del bonus per le lavoratrici madri con almeno 2 figli e con redditi annui sotto i 40mila euro. E poi il rifinanziamento per due anni della “Carta dedicata a te” destinata all’acquisto di beni alimentari di prima necessità. Sono alcune delle misure previste in manovra per la famiglia secondo quanto indicato nel Dpb. Tra le misure anche un’estensione dell’Isee, con l’aumento della soglia per escludere la prima casa ma anche con maggiorazioni delle scale di equivalenza per i nuclei familiari con due o più figli.
Da banche e assicurazioni 4,4 miliardi in 2026, 11 in 3 anni
Ammonta a circa 4,4 miliardi la copertura della manovra che deriverà nel 2026 da “misure a carico del settore finanziario e assicurativo”. Si tratta dello 0,19% del Pil, percentuale che verrà replicata anche nel 2027 e che poi nel 2028 scenderà allo 0,10%. In tutto, nei tre anni di programmazione, la cifra complessiva arriva dunque a superare gli 11 miliardi di euro.
Il contributo previsto in manovra da banche e assicurazioni non sarà una tantum. Si presuppone quindi che la misura allo studio del governo (di cui il Dpb indica solo l’impatto finanziario in termini di Pil, senza fornire altri dettagli) possa essere di carattere strutturale.
Sconto fiscale per il salario accessorio dei dipendenti Pa
Non solo risorse per il rinnovo dei contratti e i premi di risultato del settore privato, ma anche uno sconto fiscale per il salario accessorio dei lavoratori pubblici: sono alcune delle misure in arrivo con la manovra. “Al fine di favorire l’adeguamento salariale al costo della vita e rafforzare il legame tra produttività e salario nel settore privato – si legge nel Dpb -, sono previsti specifici interventi di carattere fiscale per i lavoratori dipendenti in materia di rinnovo dei contratti e premi di risultato. Per le medesime finalità, nel settore pubblico, si prevede una misura di agevolazione fiscale sul trattamento accessorio”.
La revisione del Pnrr copre 5 miliardi della manovra, i tagli ai ministeri 2
È la rimodulazione del Pnrr la prima voce di copertura della manovra. La revisione del Piano vale il prossimo anno lo 0,22% del Pil, pari a circa 5 miliardi di euro (più del contributo da 4,4 miliardi circa atteso da banche e assicurazioni). I tagli ai ministeri valgono invece il prossimo anno lo 0,1% del Pil, ovvero 2,3 miliardi. La revisione della spesa nei dicasteri prosegue anche nel biennio successivo arrivando a circa 3 miliardi nel 2028.
Per aumento spesa difesa ricorso a Safe per 15 miliardi
“Riguardo alla spesa in difesa, come chiarito nel Dpfp, il 29 luglio l’Italia ha già espresso l’interesse a fare ricorso allo strumento finanziario europeo SAFE (Security Action For Europe), per un ammontare pari a circa 15 miliardi. L’impegno a incrementare, in coerenza con quanto concordato a livello internazionale, il livello della spesa per la difesa e la sicurezza nazionale così come indicato nel Dpfp, per un ammontare massimo pari allo 0,5 per cento del Pil nel 2028, è stato confermato dalle risoluzioni con le quali il Parlamento ha approvato Il suddetto Documento”. Lo si legge nel Documento programmatico di bilancio. “Tale aumento – si prosegue – garantirebbe il rispetto degli impegni assunti in ambito internazionale e sarebbe compatibile con il mantenimento del rapporto deficit/PIL al di sotto della soglia del 3 per cento lungo tutto l’orizzonte considerato. La valutazione sulla richiesta di attivazione della clausola di salvaguardia nazionale è rimandata a una fase successiva, tenuto anche conto dell’obiettivo di uscire dalla Procedura per Disavanzi Eccessivi”.
La Lega: ‘Miliardi di contributi dalle banche anche per la sanità’
“Tra le risorse previste dalla prossima legge di bilancio, come fortemente voluto dalla Lega, saranno presenti anche miliardi di contributi da parte delle banche. Una strada tracciata da Matteo Salvini e seguita, giustamente, anche dal Governo nella stesura della manovra. Le risorse garantite dagli istituti, in parte derivate anche dai loro extraprofitti, saranno fondamentali per contribuire, ad esempio, al sostegno della sanità italiana. Grazie alla linea della Lega, vince il buonsenso”. Lo affermano in una nota i senatori della Lega in commissione Finanze a Palazzo Madama: il presidente Massimo Garavaglia, il capogruppo Stefano Borghesi.
Forza Italia: ‘Non voteremo mai una tassa sugli extraprofitti’
“Forza Italia non voterà, né in Cdm né in Parlamento, alcuna tassa sugli extraprofitti. Giusto prevedere un accordo fra il governo e le banche per contribuire a finanziare il sistema sanitario, le imprese, gli aumenti dei salari e il taglio dell’Irpef. Siamo contro ogni imposizione autoritaria che spaventi i mercati, gli investitori italiani e stranieri creando un grave danno economico all’Italia”. Così Forza Italia in una nota pubblicata sui profili social del partito.
Avs: ‘Taglio Irpef iniquo, ai redditi bassi meno di 2 euro al mese’
La manovra che il governo si appresta a varare è “l’ennesimo esempio di iniquità sociale”: è quanto sostiene Avs nel corso di una conferenza stampa alla Camera per presentare la propria proposta sblocca stipendi. Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli fanno i conti di quanto entrerebbe – secondo loro – in tasca ai lavoratori con il nuovo taglio dell’Irpef immaginato dall’esecutivo: “Prima cosa: il 72% dei contribuenti non ne usufruiranno”, osservano. Il beneficio per i redditi fino a 28mila sarebbe pari solo a “un euro e settanta centesimi al mese, per i redditi fino a 50mila il vantaggio salirebbe a 33 euro al mese”.
Cifre “irrisorie” in assoluto ma in particolare – osserva Avs – se paragonate agli incrementi che si avrebbero “con la nostra proposta sblocca stipendi: i redditi fino a 20mila euro avrebbero al mese 125 euro in più, quelli fino a 28 mila 175 euro in più e infine quelli fino a 55 mila avrebbero 343 euro in più”.
M5s: ‘Battaglia su tassazione banche e fondi pensione’
“Il governo si sta apprestando a fare una manovra di tagli, aumentando le tasse e cercando soldi per le armi. Noi abbiamo bisogno oggi di incrementare l’assegno unico e di soldi per la sanità” e invece “la direzione di Meloni è chiara: non tassare le banche, ma chiedere anticipi che le banche riavranno tra un paio di anni. Dobbiamo contrastarla fino in fondo, come dobbiamo contrastare l’obbligatorietà di versare il Tfr, con il silenzio assenso, nei grandi fondi privati”, significa “rubare il futuro agli italiani”. Lo ha detto il capogruppo del M5s alla Camera Riccardo Ricciardi a margine di una conferenza stampa a Montecitorio promettendo “battaglia” sulla legge di bilancio in particolare su questi due fronti.
Le imprese del turismo: ‘Tassa di soggiorno alle stelle uno svarione’
“Le imprese e i cittadini sono in attesa di una riduzione della pressione fiscale, come è stato più volte promesso, ma le avvisaglie sul contenuto della legge di Bilancio sembrano andare in direzione completamente opposta”. Con queste parole, Confindustria Alberghi, Assohotel, Faita e Federalberghi, commentano la proroga per il 2026 delle misure incrementali sull’imposta di soggiorno.
“Rinnovare l’incremento di 2 euro, che avrebbe dovuto riguardare solo l’anno giubilare, equivale a un aumento dell’imposta compreso tra il 20% (da 10 euro a 12) e il 40% (da 5 a 7). Ancor più sconcertanti sono le indiscrezioni relative alle località interessate dalle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali, per le quali viene preannunciato un aumento del 140% (da 5 euro a 12). Sono valori stellari, che si commentano da soli. Uno svarione che confidiamo venga corretto già in questa fase, intervenendo sulle bozze della manovra”, affermano le organizzazioni in una nota congiunta.
Confindustria Alberghi, Assohotel, Faita e Federalberghi “chiedono al governo di non inasprire la pressione fiscale e ribadiscono la necessità di assicurare che una parte del gettito venga destinata alla riqualificazione delle imprese turistiche, in ossequio a quanto previsto dalla legge vigente, che purtroppo viene disapplicata dai comuni, e di contenere gli oneri amministrativi ed economici che gravano sulle imprese turistiche incaricate della riscossione dell’imposta”.
Verso un nuovo vertice sulla manovra, il cdm al momento domattina
Maggioranza ancora alla ricerca di una quadra in vista del varo della legge di Bilancio, al momento in calendario domattina alle 11 quando dovrebbe tornare a riunirsi il consiglio dei ministri. Per chiudere le intese – e le tecnicalità – sulle misure da inserire nella prossima manovra è atteso nel tardo pomeriggio un nuovo vertice a Palazzo Chigi.
C’è anche chi non esclude che si possa arrivare a lunedì e chi ipotizza che invece domani possa intanto arrivare un via libera “salvo intese”. Tra i nodi ancora da sciogliere quello del contributo che arriverà da banche e assicurazioni e la speding review a carico dei ministeri.
