“Il principio che l’Assemblea Costituente affermava era esplicito: non potevano essere considerate straniere, in Italia, lingue parlate da cittadini italiani radicati nel suo territorio. Non si era – e non si è – stranieri a casa propria, quale fosse – e sia – la propria cultura, lingua, religione. Si trattava della diretta conseguenza dei principi fondamentali della nostra Costituzione”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante l’ottantesimo anniversario della Resistenza, Liberazione e Autonomia della Valle d’Aosta.
“Il 1944, come nel resto d’Italia, fu un anno terribile in Val d’Aosta. Il movimento partigiano – guidato da figure prestigiose come Emile Chanoux, martire della Resistenza – fondato sulle radici antifasciste coltivate negli anni precedenti, seppe svolgere un ruolo di grande importanza nel definire il futuro della ‘Petite Patrie’ inserita nel più ampio destino d’Italia. Oggi siamo qui per onorare il contributo che i valdostani seppero dare alla costruzione della Repubblica, fieri del loro apporto al Risorgimento e all’Unità d’Italia, sin dalla decisione unanime del Conseil Double della città di Aosta, nel 1849”, ha affermato il capo dello Stato.
“Venne allora dichiarato: ‘Questa provincia d’Aosta sarà sempre parte integrante della bella penisola italiana’. Non valsero a mutare questo atteggiamento decisioni infauste come la soppressione della Provincia operata dal governo Rattazzi nel 1859, con il declassamento a Circondario, né i tentativi del fascismo di operare, anche in queste terre, l’umiliazione della popolazione autoctona cercando di sottrarle cultura e identità. E’ la storia a parlare: la Valle è sempre stata un elemento costitutivo del divenire d’Italia: Era stata impegnata nelle lotte per il Risorgimento e nella Prima guerra mondiale. Una esperienza unica nei territori e nelle popolazioni di frontiera”, ha aggiunto Mattarella
Riproduzione riservata © Copyright ANSA