“Cauto ottimismo e lievi progressi” trapelano dalle prime indiscrezioni di funzionari Usa e israeliani sul vertice di Doha dopo due giorni di colloqui e l’arrivo dell’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff. E dopo l’ultimatum dei mediatori di Qatar, Stati Uniti ed Egitto a Hamas: “Questa è la vostra ultima possibilità di impedire che Israele ricominci la guerra a Gaza”, come ha riferito Channel 12.
I negoziatori israeliani secondo il timing dovrebbero rientrare ma non è ancora chiaro se Witkoff intenda proseguire subito con ulteriori incontri. Anche se la riunione sulla sicurezza convocata dal primo ministro Benyamin Netanyahu induce a ipotizzare che qualcosa si stia muovendo nelle trattative in Qatar e che alla squadra negoziale debbano essere trasferite nuove indicazioni. Alla valutazione prendono parte i ministri Israel Katz, Gideon Sa’ar, Bezalel Smotrich e Ron Dermer, i direttori del Mossad e dello Shin Bet, e il capo dello stato maggiore per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi. La pressione su Hamas sembra puntare al rilascio di 10 ostaggi in cambio di una tregua di 60 giorni. Sempre secondo indiscrezioni, l’organizzazione fondamentalista potrebbe accettare una lunga estensione del cessate il fuoco senza passare alla seconda fase dell’accordo con Israele, in cambio della scarcerazione di terroristi di spicco condannati e detenuti.
Dallo Studio Ovale intanto è arrivata una nuova dichiarazione del presidente Usa che prendendo la parola davanti al primo ministro irlandese Michael Martin ha dichiarato che “nessuno sta espellendo da Gaza alcun palestinese”, come invece prevede il suo piano. Trump ha poi voluto sottolineare che le persone stanno dimenticando cosa ha fatto Hamas il 7 ottobre: “E’ stata una cosa terribile, terribile. Non ho mai visto niente del genere. Come presidente, ho visto filmati che altri non vedono”, ha detto.
I ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Egitto e Giordania nel frattempo hanno concordato di proseguire le consultazioni avviate in mattinata con Witkoff sul piano egiziano per la gestione di Gaza nel dopoguerra. Ma intanto le pressioni di Washington sul Cairo mostrano che il piano egiziano non è particolarmente gradito agli americani: gli Stati Uniti infatti hanno informato l’Egitto della decisione di ridurre gli aiuti militari a partire dall’anno prossimo. Fonti egiziane hanno dichiarato che “il Pentagono ha aumentato la pressione nel tentativo di convincere il Cairo a cambiare la sua posizione di rifiuto a cooperare con il piano statunitense per la Striscia di Gaza”. Forte frizione anche all’interno delle posizioni palestinesi, dove una dichiarazione ufficiale del portavoce di Abu Mazen ha condannato i colloqui diretti tra Hamas e il rappresentante per gli ostaggi americano Adam Boehler, poiché “ciò danneggia l’unità palestinese”. Il portavoce presidenziale ha invitato Hamas a consegnare la Striscia all’Autorità nazionale palestinese.
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